Bonus casa 2021; cosa è previsto, quali sono i limiti, e le condizioni per usufruirne

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Un altro ambito per il quale risulta possibile usufruire delle detrazioni fiscali 2021 è quello relativo alla ristrutturazione degli immobili di ogni classe e tipologia, che siano o meno abitazione principale.

Le spese detraibili coprono diversi ambiti e le condizioni per usufruirne, così come il tetto massimo di spesa che risulta possibile portare in detrazione, varia in funzione della tipologia di intervento da effettuare.

Si va dalla classica ristrutturazione dell’immobile (attenzione si tratta di una ristrutturazione straordinaria e non ordinaria), si prosegue con l’efficientamento energetico (sostituzione degli infissi, applicazioni cappotti termici, installazione di caldaie a condensazione, ecc…), sono incluse le spese per le ristrutturazioni che mirano al consolidamento strutturale (sisma bonus), il bonus verde che interessa l’installazione di piante/alberi sui balconi o terrazze condominiali, fino ad arrivare all’ultimo nato e cioè il bonus facciate che impatta  tutte le spese che riguardano i lavori per il rifacimento delle facciate degli appartamenti/case private, anche se meramente per fini estetici.

Il modo per usufruire delle detrazioni sono differenti e dipendono della tipologia di intervento da effettuare (cambia il numero di rate di cui beneficiare, il tetto massimo, ecc…).

Una guida utile e sintetica che mira a mostrare, in forma tabellare, tutte le tipologie di intervento ed i criteri per usufruirne, oltre che i limiti applicativi, è stata emessa dall’ENEA, ed è di seguito riportata.

Detrazioni e Bonus Casa 2020: fonte ENEA

Al segunte link del sito dell’Enea trovate tutte le indicazioni in merito, con riferimento a tutto ciò che è elencato all’interno della tabella.

Successivamente verranno pubblicate delle guide per ciascuna tipologia di intervento che mirano a dettagliare la tipologia di bonus, le condizioni per usufruirne  e le dritte  che danno diritto alla detrazione.

Bonus efficientamento energetico: ultime notizie 2021

A fronte della diffusione del Corona Virus, che purtroppo sta attanagliando l’intero sistema sanitario-economico e sociale italiano, il Governo sta pensando di estendere in maniera massima le detrazioni per i lavori che impattano la casa. In  particolare si sta pensando, per quanto riguarda in particolare l’efficentamento energetico, non solo di prorogare le detrazioni, ma anche di allargarle innalzando il valore detraibile dal 65% al 100% per l’intero ammontare delle spese sostenute.

La misura avrebbe il fine di incoraggiare la ripresa economica mediante l’incentivazione alla realizzazione dei lavori in ambito edile che dovrebbero trainare, o quanto meno agevolare, la ripresa economica.

Speriamo che ciò avvenga e che sia di aiuto per tutti

Per chi vuole approndire gli argomenti e le tipologie di detrazioni, sotto sono riportati una serie di articoli che descrivono le peculiarità e le condizioni per usufruirne

Detrazioni spese per rifacimento facciate (Bonus Facciate)

Detrazione spese ristrutturazione casa

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730 precompilato 2021 quando scade?

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Il 730 deve essere presentato da tutti i cittadini dipendenti/pensionati italiani e non (persone fisiche), residenti in Italia e che percepiscono entrate da dichiarare sia da lavoro dipendente e/o da altre fonti di reddito che non richiedono partita IVA (lavori saltuari con introiti annui inferiori ai 5000 euro, rendite finanziarie, affitti, ecc..). Nel seguente paragrafo riporto tutte le date essenziali e le scadenze previste per la presentazione e l’invio della precompilata introdotte dalla Manovra 2020 ed anticipate mediante il milleproroghe 2020 a causa del tanto ormai famoso Corona Virus che ha imposto l’anticipo al 2020 della nuove date di scadenza e della relativa finestra mobile sui rimborsi.

730 scadenza 2021 introdotta dal Decreto Milleproroghe

Per il 2021 la nuova data limite entro la quale presentare o in maniera autonoma la propria dichiarazione dei redditi o mediante il vostro CAF di fiducia è stata fissata nel  

30 Settembre

Come per tutte le pratiche, anche questa possiede delle tempistiche, che grazie alla precompilata si sono dilatate rispetto al passato.

La Manovra 2020 aveva inizialmente previsto che la nuova data di scadenza fosse prevista a partire dal 2021; ahimé la criticità legata al Corona Virus e la scia di problemi finanziari oltre che di salute che questa pandemia ha determinato, ha spinto il legislatore ad anticipare l’introduzione della nuova data di scadenza e quindi di posticiparla a fine Settembre 2020.

Ma vediamo quali sono le principali date da tenere in mente:

      • Per il 2021 ed in concomitanza della pandemia da Corona Virus, i sostituti di imposta avranno tempo fino al 31 Marzo per la consegna delle certificazioni uniche ai propri dipendenti oltre che all’agenzia delle entrate;
      • Fissata nella data del 10 Maggio la messa a disposizione della precompilata da parte dell’Agenzia delle Entrata sulla propria piattaforma dovrà si potrà accedere con le proprie credenziali SPID,  mediante la CIE o la CNS ovvero la Carta Nazionale dei Servizi;

730 precompilato da quando?

      • Dal 14 Maggio è possibile eseguire l’accettazione della precompilata registrata sulla piattaforma (scelta consigliata) oppure procedere con le modifiche/integrazioni il cui processo finale produrra la vostra dichiarazione dei redditi che l’Agenzia delle entrate registrerà;
      • Dal 25 Maggio è possibile compilare i riquadri RW, RT ed RM per i redditi aggiuntivi al 730 e correggere o sostituire il modello 730 già inviato;
      • Da stabilire l’ultimo giorno utile per il versamento, con maggiorazione del 0,4% a titolo di interesse, di saldo e primo acconto per i contribuenti 730 senza sostituto d’imposta o con modello Redditi;
      • 30 Settembre ultimo giorno utile per l'invio della precompilata mediante la piattaforma dell'Agenzia delle Entrate.

ATTENZIONE: se avete sforato tutte queste date, niente paura, non andate nel panico. Lo Stato, seppur in ritardo, accetta sempre le dichiarazioni fatte dal contribuente “leale” che ammette di essersi dimenticato di eseguire la dichiarazione dei redditi. In questo caso si avvia una procedura che si chiama di “ravvedimento operoso” mediante la quale il contribuente dichiara la dimensticanza dovuta alla mancata dichiarazione dei redditi prima che venga appurata dall’ Agenzia delle Entrate (fate attenzione: in quest’ultimo caso sarebbero stangate); il tutto, naturalmente, non è a costo zero ma il contribuente deve pagare una sanzione che cresce proporzionalmente con i giorni di ritardo. Quindi occhio e state attenti.

Rimborso 730 precompilato e finestra mobile

Risulta importante chiarire che se nel passato erano state stabilite delle date uguali per tutti per quanto concerne l’eventuale conguaglio a rimborso/debito, da quest’anno le cose sono cambiate.

È stata introdotta la finestra mobile; l’eventuale conguaglio da parte dello Stato, se previsto, avverrà il primo mese utile successivo a quello di presentazione della dichiarazione fermo restando che chi completerà la dichiarazione entro il 30 Giugno riceverà, se dipendente, il rimborso nel mese di Luglio, se pensionato nel mese di Agosto. Ciò significa che prima presenterete la dichiarazione prima riceverete il rimborso. Quindi in virtù delle tempistiche dilatate si presume, da ora in poi, che per eseguire la dichiarazione dei redditi presso un commercialista/CAF abilitato non si creeranno più gli assembramenti in prossimità della data di scadenza.

Fortunatamente un bel passo avanti verso la compilazione autonoma della propria dichiarazione dei redditi (stile USA), che se accompagnata, speriamo quanto prima, con una rimodulazione al ribasso della pressione fiscale che attanaglia le famiglie italiane, ci pone in una condizione diversa e più autonoma nella gestione, tanto da consentirci la scelta del mese entro il quale farci rimborsare il conguaglio.

E non mi sembra poco

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Bonus dispositivo anti abbandono 2021

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Siete alla ricerca di come ottenere il bonus per garantirvi il dispositivo anti abbandono per il vostro piccolino? Siete giunti nel posto giusto…

Lo Stato, da Frebbraio 2020 ha pensato di introdurre come obbligo, inserdolo all’interno del codice della strada, l’utilizzo di opportuni ed omologati dispositivi anti abbandono sui quali trasportare il nostro bene più prezioso, i piccoli neonati.

Ma vediamo in dettaglio di cosa si tratta e qual’è il bonus stanziato per agevolare/incentivare tutti i neo genitori all’acquisto.

Bonus Dispositivo Antiabbandono: cos’è e come funziona

Data obbligatorietà dispositivo antiabbandono

È importante sottolineare che l’obbligo all’uso del dispositivo AntiAbbandono, che ha lo scopo di proteggere i nostri bimbi da eventuali dimenticanze in auto, è stato introdotto nel codice della strada da Febbario 2020; l’omissione, la mancanza e/o il mancato utilizzo secondo le istruzioni previste dal costruttore, se rilevato in fase di controllo da parte delle forze dell’ordine,  sarà contestato al guidatore che verrà punito con una multa oltre alla decurtazione dei punti dalla patente.

Link per ottenere il BONUS dispositivo antiabbandono

Di seguito trovate il link mediante il quale risulta possibile registrarsi alla piattaforma predispa dal Ministero dei Trasporti mediante il quale risulta possibile richiedere il bonus oppure procedere alla richiesta di rimborso nel caso di acquisto già sostenuto.

Nel caso procediate con la richiesta di emissione del voucher sconto, avrete a disposizione 30 giorni di tempo per poter procedere all’acquisto del dispositivo da voi scelto a partire dalla data di emissione dello stesso (nella piattaforma troverete anche un elenco degli esercenti che hanno registrato la loro arttività tra quelle che garantiscono il diritto ad effettuare l’acquisto usufruendo direttamente del bonus); nel secondo caso avete 60 giorni di tempo a partire dal 20 Febbraio per procedere con la richiesta di rimborso ma dovete essere in possesso della ricevuta che attesta l’acquisto.

In entrambi i casi dovrete essere in possesso delle credenziali SPID per poter procedere con la registrazione.

Il link alla piattaforma è https://www.bonuseggiolino.it/

Voucher anti abbandono scaduto: è possibile recuperarlo?

Purtroppo la chiusure dettate dal Corona virus e l’impossibilità ad uscire dalle proprie abitazioni può condurre alla scadenza del voucher generato se passati i 30 gironi calenderiali previsti.

Si perde il diritto al Bonus? Si può r ecuperare?

Ecco come repurerare il Bonus Dispositivo Antiabbandono Scaduto

In questo caso nessun timore, la piattafroma garantisce la possibilità di reinserire la richiesta e dunque procedere con l’emissione di un voucher rigernerato che vi garantirà ulteriori 30 giorni per poter procedere con l’acquisto

Precisiamo che il bonus scade dopo 30 giorni dalla data di emissione registrata sulla piattaforma on-line; a valle della scadenza, quando avete deciso di recarvi presso l’esercente per procedere con l’acquisto, rientrate nuovamente sulla piattaforma, mediante le vostre credenziali SPID e potrete ottenere, seguendo un percorso simile a quello eseguito all’atto della prima emissione del voucher, il rinnovo dello stesso per ulteriori 30 giorni a partire dal giorno in cui avete eseguito la procedura per il rinnovo.

Adesso però non perdete altro tempo e recatevi immediatamente presso il rivenditore e buon acquisto.

Dispositivo Antiabbandono: cos’è

Il dispositivo antiabbandono non è altro che un apparecchiatura elettronica, la cui forma e logica di funzionamento differisce in funzione dell’azienda che lo produce e che deve obbligatoriamente provvedere alla sua omologazione secondo dei criteri ministeriali ben precisi; in generale è un dispositivo optional presente nel veicolo, integrato nel seggiolino (magari se siete in procinto di acquistare un nuovo seggiolino è utile sceglierne uno con il dispositivo integrato) oppure è un oggetto indipendente da questi e dunque può essere utilizzato su tutti i seggiolini già in vostro possesso (infatti questa è la soluzione più sia più diffusa che pratica oltre che la più economica).

Quest’ultima tipologia riesce ad individuare la presenza del bambino tramite un sensore di pressione o capacitivo. Ma come segnala l’abbandono del bambino a bordo?

Le tecnologie disponibili sono di due tipi: o mediante collegamento al vostro telefonino (bluetooth) oppure, se volete delle soluzioni più “tradizionali” e meno tecnologiche, mediante segnalazione acustica/visiva inviata al guidatore ogni volta che questo spegne il motore ed ha a bordo un bambino nel seggiolino.

La prima delle due soluzioni è la più diffusa oltre che più sicura perché consente di inviare la segnalazione (messaggistica e/o chiamata di emergenza) sia al conducente che, nel caso questo debba risultare irraggiungibile, ad altri numeri della vostra rubrica che preventivamente sceglierete in fase di instalazione, anche perché, seppur siamo restii ad affermarlo, ma purtroppo si constata sempre con più frequenza, che risulta più difficile dimenticare il proprio cellulare in auto piuttosto che il bambino (ahimè un paradosso purtroppo reale).

L’ho scritto ma non voglio crederci… purtroppo nella gran parte dei casi queste tragedie capitano in situazioni “particolari” della vita di alcuni, magari perché travolti da eventi che ne minano la fragilità psichica oppure perché sottoposti a particolari stress ambientali che li rendono particolarmente distratti; dunque per tutelare e garantire la salute dei più piccoli e la tranquillità degli adulti, la norma è venuta in soccorso ed ha imposto l’obbligo all’uso di questi dispositivi per tutti i bimbi al di sotto dei 4 anni di età..

E’ giusto sottolineare che per questioni di sicurezza dei bambini questi dispositivi non hanno una SIM interna ma dialogano tramite la app preinstallata sul vostro dispositivo, quindi anche i più attenti alla salute dei loro piccolini saranno tranquilli perché questi non saranno esposti alle onde elettromagnetiche della rete cellulare. Ma quando sarà obbligatorio usarli?

Data di entrata in vigore dei dispositivi antiabbandono

Con la Manovra Finanziaria 2020 o legge di Bilancio è stata chiarita e definita le date di entrata in vigore dell’obbligo dell’suo del dispositivo antiabbandono o del seggiolino dotato di tale dispositivo; l’obbligo è entrato in vigore dal 06 MARZO 2020.

Da questa data infatti chiunque venga fermato con a bordo un bambino di età inferiore ai 4 anni senza il dispositivo in questione sarà sottoposto ad una multa che va da 83 a 333 euro oltre che alla decurtazione di 5 punti sulla patente. Attenzione però: se sarete recidivi e nell’arco di due anni dalla prima contestazione vi sarà nuovamente contestata la stessa violazione, oltre alla sanzione pecuniaria potrete incorrere nella sospensione immediata della patente per una durata variabile tra i 15 giorni ed i  2 mesi. Pur giunta vi consiglio di portare con voi sempre il manuale di istruzione del dispositivo perché potreste essere multati non solo per la mancanza del dispositivo ma anche se quello in vostro possesso non è omologato, oppure non è connesso tramite bluetooth al vostro dispositivo o peggio non lo state usando conformemente alle prescrizioni previste dal costruttore.

Bonus Dispositivo Antiabbandono a quanto ammonta

Lo Stato, recependo la legge promulgata n.117 del 01 Ottobre del 2018 chiamata legge Salva Bebè, ha già messo in campo degli incentivi che possano, almeno in parte, sollevare economicamente i genitori dall’acquisto dei dispositivi in questione.

Infatti già per il 2019  erano stati stanziati 15,1 milioni di euro mentre per il 2020, tramite la Manovra di Bilancio 2020, sono stati stanziati solo 5 milioni di euro.

Il contributo dispositivo anti abbandono per ciascun bambino è di 30 euro.

Il decreto attuativo firmato dal ministro dei trasporti  De Micheli, esplicita le condizione su come beneficiare del bonus; sotto sono riportate le relative condizioni.

Attenzione: per ottenere il bonus DIspositivo Anti Abbandono non ci sono limiti di reddito, quindi possono accerdervi tutti i contribuenti con figli ad di sotto dei 4 anni di età che ne fanno richiesta.

Intanto si può affermare che i 5 milioni serviranno a coprire solo il 9% della popolazione di bimbi che ha  diritto al contributo (la tutela della salute non ha colori o fasce di reddito da privilegiare), e dunque mi chiedo: ed i bimbi che nasceranno?

Mi sembra un principio quanto meno lontano dall’essere equo oltre che eticamente corretto dunque inaccettabile dal punto di vista sociale. Varrebbe il “chi prima arriva meglio alloggia?” Speriamo che il governo ponga rimendio in tempo, magari mettendo in ri-finaziamento la parte dei contrinuti stanziata per il 2019 e non usata dai contribuenti.

IN CONCLUSIONE NON VI SEMBRA CHE, INDIPENDENTEMENTE DAI BONUS O DA ALTRE AMENITA’, TRA LE PRIORITA’ CHE LA VITA CI METTE DINANZI E CHE SIAMO OBBLIGATI  A SCEGLIERE,  QUELLA DI BADARE ALLA SALUTE ED ALL’INTEGRITA’ DI UN BAMBINO SIA LA PRINCIPALE? IN FONDO SIAMO STATI NOI A SCEGLIERE DI AVERE UN FIGLIO E NESSUNO CE LO HA IMPOSTO…

Come usufruire del Bonus dispositivo Anti Abbandono.

È stata firmato il Decreto attuativo che regola le condizioni per poter usufruire del bonus. I genitori del bambino al di sotto dei 4 anni devono registrarsi sulla piattaforma informatica della Sogei accessibile seguendo le indicazioni presenti al seguente indirizzo www.mit.gov.it/antiabbandono

Si può accedere alla piattaforma dal 20 Febbraio 2020 quando sarà possibile ottenere il rilascio di un voucher elettronico che dovrà essere consegnato al venditore per ottenere immediatamente lo sconto sul prezzo di acquisto.

Buon Acquisto

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Guida compilazione ISEE 2021 Precompilato: le istruzioni passo-passo

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Che fatica la compilazione autonoma della domanda ISEE che attesti la nostra situazione economica e quante volte vi siete rivolti al vostro commercialista e/o CAF ed evete riscontrato degli errori nella compilazione della domanda?

Lo Stato ha dato un accellerata alla piattaforma presente sul sito istituzionale dell’INPS che consente la compilazione in maniera del tutto autonoma della propria ISEE per ottenere la DSU da presentare in tutte le circostanze nelle quali vogliamo ottenere un contributo economico da parte dello Stato per una prestazione a fronte della quale risulta obbligatorio attestare la propria situazione economico/finanziaria.

Questo breve articolo, attraverso delle ottime guide predisposte dal sito dell’INPS, vi guiderà in questo percorso, ma prima di tutto per procedere dovrete essere in possesso del PIN DISPOSITIVO (all’interno della pagina troverete le indicazioni per richiedere il PIN DISPOSITIVO) rilasciato dall’INPS ed avere la documentazione necessaria per la compilazione della domanda descritta nell’articolo documenti ISEE.

Guida alla compilazione ISEE 2021

La compilazione dell’ISEE nella sezione predisposta sul sito INPS  raggiungibile al seguente indirizzo è molto semplice; bisogna conoscere la tipologia di ISEE che vi serve (ce ne sono 4 di tipologie fondamentali) in funzione della richiesta di prestazione che dovete presentare.

Innanzitutto, se volete conoscere l’intero processo di acquisizione, ed io ve lo consiglio vivamente prima di procedere all’acquisizione, leggetevi la guida sotto riportata

ISEEPrecompilato_Tutorial_Parte1

La guida, emessa dall’INPS, con poche slide e ben fatte spiega i principali passi del processo di acquisizione e tutte le informazioni necessarie per eseguire in maniera completa l’acquisizione.

Letto questo tutorial si passa al vero e proprio processo di acquisizione a partire dalla scelta della tipologia di ISEE fino ad arrivare all’invio della domanda tramite la piattaforma.

Esistono altre due guide che descrivono benissimo i passi da seguire…essendo in pdf avrete la possibilità di consultarle contestualmente alla fase di acquisizione all’interno della vostra sezione personale. Dunque risultano un valido aiuto che vi guiderà passo passo nell’inserimento di tutti i dati richiesti.

Le due guide in questione sono presenti nella sezione COME FARE? della schermata HOME, dell’ISEE precompilato, di seguito riportata ed evidenziata in giallo

Home Page ISEE precompilato

Scaricate queste due guide e buona compilazione.

Dimenticavo…da quando inserirete la vostra domanda all’interno del portale dovete aspettare pochi giorni per avere la vostra DSU firmata ed approvata nel caso abbiate apportato delle modifiche ai dati preesistenti.

Viceversa questa sarà già a vostra disposizione.

Isee per reddito di cittadinanza 2021

Il Corona Virus purtroppo sta creando diversi problemi sanitari e non solo. Purtroppo molte aziende hanno chiuso per decreto ministeriale affinché si potesse contrastare l’emergenza sanitaria in atto e ciò ha determinate in alcuni casi delle situazioni di crisi economica all’interno dei nuclei familiari tali da mettere in crisi le famiglie italiane.

Per tale motivo lo Stato è intervenuto per aiutare quei nuclei familiari in difficoltà ed ha decreteto che in particolare situazioni particolari come:

  • uno dei componenti della famiglia perde il lavoro;
  • un componente del nucleo perde un trantamento assistenziale;
  • si presenta una risuzione dei redditi del nucleo pari al 25%.

In questi casi si può procedere con la revisione dell’ISEE compilando quello che sulla piattafroma dell’INPS viene chiamato ISEE corrente.

Tale ISEE scatta un istantanea dei redditi familiari all’atto della compilazione a differenza di quello classico che consuntiva i redditi relativi ai due anni precedenti. In tale modo si cerca di tenere in considerazione l’azzeramento del reddito o la sua sostanziale riduzione improvvisa e non dipesa dal lavoratore/i e quindi si offre la possibilità di ottenere una prestazione a sostegno delle fasce più deboli come il reddito di cittadinanza.

Così come per l’ISEE ordinario, anche quello corrente può essere compilato in maniera del tutto autonoma da parte del contribuente sul sito dell’INPS, oppure ci si può avvalare, come sempre, di un CAF, commercialista o chiunque sia autorizzato alla compilazione del modello.

Chi può compilare l’ISEE corrente?

Oltre ai dipendenti sia a tempo indeterminato che determinato che a fronte di un evento (licenziamento, sospensione dell’attività lavorativa, ecc…) abbiano una situazione economica precaria e disagiata che preveda, come minimo, una decurtazione del 25% del reddito percepito o l’azzeramento totale, possono presentare tale docmanda anche i lavoratori autonomi non occupati e che abbiano perso a causa delle particolari situazione in corso l’occupazione. Come condizione imprescindibile questi devono dimostrare, all’atto della presentazione della domanda, di non esercitare più l’attività e quindi di non avere nessuna fonte di reddito e di averla comuque esercitata per almeno 12 mesi continuativi.

La modifica dell’ISEE e quindi della DSU, gli darà diritto, nel caso dovessero rientrare nei limiti di reddito previsti alla presentazione della richiesta per il reddito di cittadinanza che gli offrirà un sostegno economico fino al riavvio della nuova attività/professione.

Con il Decreto Cura Italia, il governo ha per giunta innalzato quelli che rano i vecchi limiti affinché, al sostegno economico, possa accedere una platea di beneficiari più vasta.

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Detrazioni spese ristrutturazione casa

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Quanti di noi hanno la necessità di eseguire dei lavori per la ristrutturazione del proprio immobile, l’inserimento di un nuovo bagno, la modifica della disposizione interna? e quanto costano questi lavori? molte volte infatti è proprio questo lo scoglio, il costo di realizzazione delle opere.

Da qualche anno lo Stato italiano mette a disposizione dei propri cittadini la possibilità di portare in detrazione il 50% della spesa sostenuta per la ristrutturazione del proprio immobile con un tetto massimo di spesa pari al 96 mila euro. Significa che si può portare in detrazione il 50% della spesa sostenuta per la ristrutturazione da sgravare dal monte tasse calcolate sull’IRFEF che ciascuno di noi deve versare annualmente.

Il 50% che rappresenta la cifra da recuperare, viene divisa in 10 rate annuali di pari importo, da scontare dalle tasse per ciascuno dei 10 anni. Mi spiego meglio con un esempio.

Se per eseguire i lavori si consuntiva una spesa complessiva di 32800 euro; usufruendo delle detrazioni avrete diritto a recuperare la metà di questa cifra e cioè 16400 euro. Ciò avverrà contestualmente alla dichiarazione annuale dei redditi in 10 anni sgravando per ogni anno dal monte totale delle tasse da voi versate la cifra di 1640 euro. Semplice vero?

Quali sono le spese detraibili?

Naturalmente ci sono dei limiti per poter usufruire delle detrazioni. Il beneficio può essere ottenuto da chi esegue una ristrutturazione edilizia, un risanamento conservativo o il restauro di un immobile o anche di interi fabbricati sia in caso risultiate già proprietari ed eseguiate direttamente i lavori sia se acquistate un immobile ristrutturato da un impresa purché ad uso abitativo.

Attenzione: è importante sottolineare che possono essere portati in detrazione i lavori inquadrabili nelle categorie sopra riportate e quindi identificabili come lavori di manutenzione straordinaria, mentre non possono essere detratte le mere spese di ristrutturazione ordinaria come le semplici pitture, rifacimenti di bagni o locali, ed altri lavori in quanto se eseguiti separatamente non  rientrano nel perimetro delle attività di modifica della forma e/o della volumetria dei locali nonché della mera ristrutturazione e/o parziali o totale ricostruzione ma sono dei lavori inquadrabili come manutenzione ordinaria.

Ad esempio il rifacimento di un bagno non rientra nei lavori di manutenzione straordinaria mentre l’inserimento di un nuovo bagno in aggiunta a quello esistente si (modifica della volumetria). Il cambio del pavimento non è un lavoro di manutenzione straordinaria ma se decidete di inserire un nuovo impianto di riscaldamento a pavimento in sostituzione di quello tradizionale allora tutti i lavori impattati rientrano all’interno della manutenzione straordinaria e possono essere portati in detrazione.

Si può concludere che gli interventi di manutenzione ordinaria riguardano il rinnovamento di parti esistenti dell’abitazione, volti a mantenere e migliorare gli impianti o gli infissi. Sono tipologie di lavori che rivestono un carattere poco invasivo e dunque non alterano nè la volumetria nè la struttura esterna della casa; non rivestendo carattere strutturale non vanno comunicati al comune né si richiedono permessi particolari e dunque non rientrano nel novero dei lavori che possono essere portati in detrazione.

Condizioni, limiti e tipologia di spese detraibili

Naturalmente per poter usufruire della detrazione, così come dovrebbe avvenire per tutte le attività di manutenzione straordinaria eseguite sugli immobili, dovrete presentare una pratica (Cila, Cil, Scia) elaborata da un tecnico abilitato, presso il comune dove è ubicato l’immobile oggetto della ristrutturazione.

Lo stesso tecnico identificherà i lavori che rientrano all’interno della manutenzione straordinaria e eseguirà, se necessario, le comunicazioni richieste per legge all’ASL ed all’ispettorato del lavoro dichiarando le imprese ed i dipendenti di queste che prenderanno parte al lavoro oggetto della ristrutturazione. Attenzione: è importante scegliere tra le imprese che vi avranno presentato i preventivi (vi consiglio di farvi fare più preventivi a fronte del computo metrico dei lavori affinché possiate vagliare attentamente la miglior proposta) quella in regola con il versamento delle tasse statali. Tale verifica deve essere fatta chiedendo all’impresa l’emissione del DURC (documento unico di regolarità contributiva), non più vecchio di sei mesi, che è un documento fiscale che attesta la regolarità dell’azienda nel versamento dei contributi INPS, INAIL oltre che la sua iscrizione a norma di legge presso le casse edili.

Possono essere inclusi tra le spese che si possono portate in detrazione le parcelle dei tecnici incaricati, le spese accessorie, le spese per i permessi versati nelle casse comunali, le eventuali spese per l’occupazione del suolo pubblico e soprattutto le spese per le opere realizzate ed i materiali acquistati.

Come detto sopra il tetto massimo di spesa che risulta possibile portare in detrazione è pari a 96 mila euro; i lavori possono essere esuguiti entro il 31-12-2020; va sottolineato che tutti i pagamenti inerenti i lavori che si vogliono portate in detrazione devono essere eseguiti mediante pagamento tracciabile (conosciuto meglio come bonifico parlante) a fronte della fattura emessa dalle imprese che stanno eseguendo le attività per ciascuna delle fatture emesse da queste.

Tutto deve corrispondendere e deve essere eseguito in maniera da poter garantire la tracciabilità di tutte le operazioni anche a distanza di anni.

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Congedo parentale: cos’è e come si richiede ordinario e/o per Corona Virus

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A molti è sconosciuta la possibilità di usufruire, in determinate situazioni, di permessi che consentono di assistere i propri figli nella crescita, senza doverli motivare, tanto meno concordare con il proprio datore di lavoro, ma esclusivamente comunicandogli per tempo la vostra assenza. Vi state chiedendo di cosa sto parlando?

Si tratta dei congedi parentali.

Congedo parentale ordinario e covid-19(Corona Virus)

Molto diffusi tra le lavoratrici in concomitanza con il periodo post parto, per prestare l’assistenza inderogabile nei primi mesi di vita al proprio nasciuturo, sono scarsamente conosciuti ed ancor meno utilizzati dai papà; sappiate maschi che in particolari situazioni potete usufruirne  fino a 7 mesi complessivi. Ma vediamo come.

Congedi parentali: quali sono i diritti per ciascun genitore?

Il congedo parentale è un istituto che consente di assentarsi dal lavoro  sia prestare l’assistenza necessaria per i propri figli (anche se non affetti da patologie temporanee o persistenti) che per dare modo al genitore di  essere al fianco del proprio figlio durante la crescita.

Ciascun gentitore può usufruire per ogni figlio di 6 mesi complessivi che, per il papà possono arrivare a 7 mesi, nel caso si sia astenuto per un periodo continuativo o frazionato di almeno 3 mesi. In totale i due genitori possono usufruire comunque di 10 mesi, elevabili a 11 nella medisima condizione di padre lavoratore poc’anzi descritta. Nel caso sia presente un unico genitore lavoratore il periodo di cui può fruire in totale si attesta in 10 mesi.

Le regole appena descritte valgolo sia nel caso di genitori naturali che adottivi e si applicano dal primo giorno di ingresso in famiglia del bimbo in adozione, indipendentemente dalla sua età anagrafica. Può usufruirne anche solo il padre lavoratore, alle stesse condizioni sopra descritte, seppur la mamma non è una lavoratrice dipendente; peraltro, il padre ne può usufruire contemporanemamente alla madre dipendente nel caso quest’ultima sia in astensione  obbligatoria dal lavoro a causa della nascita del bambino.

Del permesso in questione se ne può  usufruire fino al compimento del 12 anno di vita del bambino (congedo ordinario) ma a condizioni  diverse. Vediamole nel dettaglio:

        • fino a 6 anni di vita del bambino si può usufruire al massimo di 6 mesi totali (madre e/o padre) e sono retribuiti al 30% dell’ultima retribuzione media del mese antecedente quello di avvio del congedo.
        • dai 6 agli 8 anni si può usufruire della quota eccedente i 6 mesi e/o anche della restante parte di cui non si è usufruito precedentemente nei primi 6 anni di vita. In entrambi i casi l’indennizzo al 30% sarà erogato nel caso in cui lo stipendio del genitore richiedente sarà inferiore a 2,5 volte il valore minimo di pensione stabilito per l’anno di richiesta del congedo.
        • Dagli 8 ai 12 di vita o di ingresso in famigia del bambino il congedo non è mai indennizzato.

Mi preme precisare che seppur il congedo non va autorizzato dal datore di daloro è necessario comunque rispettare le indicazioni presenti all’interno del vostro CCNL di appartenenza, dove vengono indicati i tempi minimi di preavviso entro il quale comunicare la vostra assenza al datore di lavoro. In genere per assenze lunghe bisogna comunicarlo con almeno 15 giorni di preavviso, mentre per assenze brevi o orarie è sufficiente un preavviso di almeno 3 giorni. Va da se che in casi di gravità ed emergenza conclamati anche questi tempi sono suscettibili di accordo tra le parti.

Il congedo parentale, indipendentemente dalla modalità fruita, dà diritto sempre alla contribuzione figurativa.

E’ importante sapere che la domanda va inserita all’interno del sistema INPS, al seguente link, almeno il giorno prima la data di avvio del vostro congedo.

Presentazione della domanda di congedo parentale sul sito INPS: come fare?

La richiesta di congedo parentale è possibile presentarla o usufruendo dei canonici canali, ovvero rivolgendosi ad un CAF che presenterebbe la domanda per voi, oppure recandosi presso una sede INPS; da qualche anno è possibile compilare autonomamente sulla piattafrorma on line dell’INPS la domanda, bisogna solo munirsi di alcuni dati essenziali, che di seguito riporto, ed essere in possesso del PIN Dispositivo che rilascia l’INPS a tutti i contribuenti che ne fanno richiesta e che offre la possibilità di presentare in maniera autonoma tutte le tipologie di domande. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i dati che vi servono per poter procedere con la presentazione della richiesta;

      • I dati personali di chi esegue la domanda ed il relativo codice fiscale e dell’eventuale partener;
      • I dati personali del bambino sul quale eseguite la richiesta di permesso per congedo e naturalmente il suo codice fiscale;
      • I dati della azienda presso la quale siete dipendenti ovvero il codice fiscale o la partita iva sia della persona che presenta la richiesta che dell’eventuale partner, nel caso sia dipendente;
      • il conteggio complessivo dei giorni di congedo di cui avete usufruito, nel periodo antecedente la domanda che state inserendo, sia vostri che del vostro partener, nel caso ne abbia usufruito;
      • La vostra RAL annuale media.

Con questi dati a disposizione e con il PIN DISPOSITIVO o le credenziali SPID, accedete al seguente link, sul sito INPS ,e potrete procedere con la presentazione della domanda.

E’ importante sapere che si può usufuire del congedo parentale sia per giornate intere che per frazioni di esse. Si possono richiedere permessi orari, variabili ed in  funzione del vostro CCNL di appartenenza; ad esempio, se appartenete al settore metalmeccanico e quindi siete dipendenti di aziende che eseguono le canoniche 40 ore settimanali, ovvero  8 ore giornaliere, potrete usufruire di permessi orari in frazioni per multipli di due, con minimo 2 ore al giorno. Anche in questo caso bisogna pianificarli con largo anticipo e comunicarli al proprio datore di lavoro. Nella presentazione della domanda bisogna considerare che 8 ore di congedo parentale, seppur usufruito in maniera scaglionata, corrispondono ad una giornata di lavoro. Le domande devono essere presentate per giornate intere e non per frazioni di esse.

Congedo parentale per Corona Virus

L’esplosione del Corona Virus e tutto lo strascico di problemi che si è portato con se ha determinato la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per la salvaguardia dell’incolumità pubblica, affinché possa essere garantito il distanziamento sociale e dunque ridotta la diffusione del virus.

Ciò ha determinato molti problemi per quei genitori obbligati a lavorare e che si ritrovano i figli, magari piccoli, a casa e soli.

Il Governo, con il Decreto Cura Italia, ha stabilito che tutti i genitori lavoratori con figli in età scolare e dunque obbligati a restare a casa per tutto il periodo dell’emergenza, possono usufruire di 15 giorni di congedo parentale retribuito al 50% per ragazzi fino ai 12 anni di età, dunque con una sostanziale modifica rispetto al congedo ordinario.

E’ stata estesa la possibilità di fruire del congedo parentale anche per i genitori con figli che hanno un età compresa frai 12 ed i 16 anni. In questo caso però non è prevista nessuna indennità nè tanto meno vengono riconosciuti i contributi figurativi. In questi casi la domanda non va inoltrata all’INPS ma presentata direttamente al datore di lavoro che non può rifiutarla e deve accettarla d’ufficio. Naturalmente anche per conservare dei buoni rapporti con il proprio datore di Lavoro la stessa andrebbe presentata con un giusto periodo di anticipo.

Attenzione: i congedi fruiti a causa del COVID-19 non si possono ottenere in regime di orario frazionato ma esclusivamente per giornate intere.

Le condizioni per usufruire del congedo parentale per Covid-19(Corona Virus) sono le seguenti:

        • nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa;
        • non vi sia altro genitore disoccupato o non lavoratore.
        • nel nucleo familiare non vi sia altro genitore che fruisca contemporaneamente di congedo COVID-19;
        • non sia stata trasmessa richiesta del bonus alternativo per i servizi di baby-sitting.

e per i genitori di figli disabili di età superiore ai 12 anni oltre alle condizioni sopra citate l’accesso al congedo COVID-19 risulta possibile a condizione che

        • sia accertata la disabilità in situazione di gravità del figlio ai sensi dell’articolo 4, comma 1, della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
        • il figlio sia iscritto a scuole di ogni ordine grado o in centri diurni a carattere assistenziale.

Le dichiarazioni mendaci sono, come sempre, punibili Penalmente.

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DSU Precompilato: Cos’è e come si compila?

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Notizie importanti sul fronte DSU, infatti “da Gennaio 2020” sarà possibile eseguirne la compilazione autonomamente utilizzando la piattorma on-line del sito INPS o dell’Agenzia delle Entrate. Finalmente anche questa pratica, la cui compilazione risulta essenziale per poter accedere alle varie prestazioni erogate dallo Stato Italiano segue, con qualche anno di ritardo rispetto al 730 precompilato, la stessa strada; ciò rappresenta un cambio epocale per tutti gli internauti abituati alle piattaforme on-line mentre per tutti gli altri sarà comunque possibile continuare a seguire la precedente strada utilizzando il commercialista “amico” o il CAF che provvederà ad eseguire per conto vostro la dichiarazione in questione.

Ma adesso voglio darvi più informazioni e quindi iniziamo con il dire:

Cos’è la nuova DSU ed a cosa serve?

E’ l’acronimo di Dichiarazione Sostitutiva Unica ed il suo obiettivo è quello di identificare in maniera univoca la situazione economico /patrimoniale del vostro nucleo familiare; infatti, incorpora la vecchia ISEE, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente a cui, con la riforma introdotta dal governo nel 2015 si somma anche la situazione Patrimoniale già in solido, sia Immobiliare che di tutte le attività finanziarie dei vostri conti correnti. Lo scopo della dichiarazione, che tiene conto di differenti parametri correttivi in considerazione di molteplici fattori chiariti più avanti, ha l’obiettivo di mettere a fattor comune il patrimonio dei contribuenti misurandolo attraverso i medesimi criteri valutativi così da identificare la “ricchezza” del singolo nucleo familiare  .

La nuova DSU 2020 in definitiva consente il calcolo di quello che viene definito ISRE cioè Indicatore della Situazione Reddituale del nucleo familiare e che si avvarrà dei vantaggi già acquisiti e ampiamente validati derivanti dall’introduzione del 730 precompilato.

Quando si presenta la DSU.

La DSU va presentata da tutti i contribuenti che intendono usufruire di prestazioni sociali agevolate, ovvero di tutte le prestazioni sia in ambito sociale che assistenziale  erogate a  supporto di quelle famiglie che presentano una situazione economica che rientra all’interno delle fascie stabilite dall’ente che eroga il servizio o la prestazione in questione e mediante la quale si stabilisce il contributo che il cittadino deve versare affinchè possa avvelersi della stessa; ad esempio, risulta necessario per determinare l’ammontare della tassa di iscrizione alle Università Italiane che risulta necessario versare se, all’interno del vostro nucleo familiare, è presente un iscritto all’università.

Questa dichiarazione viene consultata dall’ente che eroga il servizio, sia pubblico che privato, ed in alcuni casi è uno dei parametri medianti il quale si stilano le graduatorie tra tutti i richiedenti privilegiando, naturalmente, chi presenta una situazione patrimoniale più bassa a parità degli altri indicatori.

L’obiettivo cardine della DSU 2020 precompilata è quello di agevolare il contribuente pre-inserendo le diverse informazioni che ne costituiscono la base di calcolo come i dati anagrafici, la retribuzione annuale, il patrimonio immobiliare ma anche quello mobiliare mediante l’inserimento delle informazioni inerenti i conti correnti degli appartenenti al nucleo familiare; tutti questi contenuti, già presenti all’intreno della DSU precompilata, sgravano, e non poco, l’utente dall’inserimento di tutti questi dati ma lasciano, liddove se ne dovesse presentare la necessità, la possibilità di modificarli in virtù di una variazione delle condizioni familiari e/o economico finanziare non pre-inserite dal sistema.

Bisogna precisare che con la nuova DSU precompilata viene superata la differenza tra le annualità alle quali si fa riferimento per il calcolo tra la situazione patrimoniale e quella finanziaria; entrambe punteranno ai redditi percepiti due anni prima rispetto all’anno di dichiarazione che si sta eseguendo.

Quando si compila la DSU 2020?

Con la riforma introdotta dalla Manovra Finanzia 2020 la DSU 2019 sarà valida fino al 31 Dicembre e non più al 15 Gennaio 2020; la DSU 2020 dovrà essere presentata quindi a partire dal 01 Gennaio; dunque sarà possibile accedere alla vostra pre-compilata, mediante il Sito dell’INPS o quello dell’Agenzia delle Entrate, a partire dal 1 Gennaio di ogni anno solare, almeno secondo quanto comunicato da parte di quest’ultima, affichè il contribuente possa avere il tempo necessario per verificarne il contenuto ed avallarla oppure procedere alla sua modifica.

Mi preme sottolineare che riveste caratteristica essenziale non tardare nel rinnovo della dichiarazione in quanto, se state beneficiando di un contributo da parte di un ente, come ad esempio il bonus bebè erogato dallo stato italiano per i nuovi nati di ogni anno a condizione che la DSU del nucleo familiare è al di sotto dei 25.000 euro, vi vedreste sospesa l’erogazione mensile dello stesso se non siete stati tempestivi nella presentazione della nuova DSU. Stessa cosa può verificarsi per quanto concerne la retta da versare all’Asilo Nido per la frequenza dei bambini (aspettiamo con ansia il nuovo provvedimento in finanziaria che dovrebbe eliminare completamente la retta per determinati redditi tra quelli che saranno identificati sempre mediante la DSU) o le prestazioni assistenziali delle quali possono usufruire i nostri cari che si trovano in particolari condizioni di svantaggio psico/fisico.

Particolarmente importante risulta per tutti quei cittadini che usufruiscono del reddito di cittadinanza; per continuare a percepirlo ogni Gennaio bisognerà rinnovare la DSU, meglio mediante la precompilata che oltre a facilitare la compilazione consente di evitare i tempi legati alla consegna della stessa oltre che alle spese da versare al CAF o al commercialista, se eseguita da questi soggetti da voi incaricati.

Modalità di accesso per la DSU 2020 pre-compilata

Come accennato sopra esistono diversi metodi di accesso alla nostra pre-compilata e di seguito saranno elencati i più importanti; tutti comunque necessitano delle credenziali di accesso sotto riportate:

      • Accesso mediante sito INPS (quello da me preferito): è possibile accedervi munendovi del vostro codice fiscale e del codice PIN dispositivo o con le credenziali SPID, se ne siete in possesso;
      • Accesso mediante Agenzia delle Entrate mediante i tre codici necessari id utente, password, e PIN di autenticazione tramite la pagina di accesso di fiscoonline;
      • Medinate SPID di livello 2 o superiore.

Ciacuna delle precedenti modalità richiede il possesso delle credenziali di accesso che vanno richieste, come nel caso dell’INPS, direttamente all’ente del quale volete utilizare la piattafoma on-line.

L’accesso sarà possibile per ciascuno dei componenti del nucleo  familiare purchè sia maggiorenne ed abbia una qualsiasi tra le credenziali necessarie sopra descritte; chiunque acceda dovrà contestualmente fornire delle indicazioni inerenti gli altri componenti che costituiscono il nucleo,  che saranno meglio descritte in futuro quando l’Agenzia delle Entrate chiarirà questo aspetto.

Quali dati contiene la DSU 2020?

Il vantaggio della nuova DSU 2020 pre-compilata è quello di eliminare la necessità dell’inserimento dei nostri dati o quanto meno ridurne al minimo l’inserimento se proprio dovesse risultare necessario. Ma quali sono i dati che contiene?

      • Dati anagrafici di tutti componenti del nucleo familiare e quindi del numero dei componenti che lo costituiscono e che servono a definire le condizioni di equivalenza parametrizzate in funzione del totale dei componenti;
      • L’indicazione di eventuali soggetti relevanti ai fini ISEE e che quindi percepiscono reddito;
      • Indicazione di eventuali soggetti che presentano condizioni di disabilità e/o non autosufficenza che contribuiscono a determinare un coefficiente che riduce l’ammontare del valore finale.
      • L’indicazione della situazione patrimoniale immobiliare del nucleo familiare ovvero di tutte le proprietà possedute dai componenti del nucleo familiare tra la casa di residenza le ulteriori altre case o proprietà in vostro possesso;
      • i redditi complessivi percepiti durante l’anno da tutti i componenti del nucleo familiare a netto dei dei redditi che risultano esonerati dalla dichiarazione così come riportato dalla art. 4 comma due lettera a) del regolamento ISEE;
      • tutti gli ulteriori redditi così come definiti dall’art.4 comma 2 lettera b) che risultato percepiti in regime di forfettario per gli esercenti di attività di impresa o ad esempio, i redditi percepiti per la locazione di una abitazione concessa a canone concordato e quindi che beneficia della tassazione a cedolare secca
      •  le componenti reddituali indicate sempre nel medesimo art.4 lettere dalla c) alla I) del regolamento ISEE;
      • l’ammonatre dell’eventuale debito residuo per i mutui contratti per l’acquisto di un immobile o la costruzione di un fabbricato che si riferiscono alla dotazione del patrimonio immobiliare in possesso;
      • Le componenti dei patrimonio mobiliare degli appartenenti al nucleo familiare con l’indicazione del valore relativo alla giacenza media posseduta nel corso dell’anno appena concluso, così come certificato dalla banca presso la quale è stato stipulato il vostro conto corrente e di tutti le ulteriori attività finanziarie sia italiane che estere;
      • tutti gli autoveicoli posseduti dal nucleo comprese le motociclette di cilindrata pari o superiore ai 500cc. Questi non rientrano all’interno del calcolo ma servono comunque per verificare la ricchezza del nucleo familiare.

La DSU, se compilata nel triennio precedente mediante la piattaforma on-line conterra già al suo interno la gran parte dei dati dichiarati precedentemente e quindi sarà più facile la compilazione mentre nel caso debba essere la prima volta che accedete al portale potrebbe risultare necessario inserire alcuni dati se non precaricati.

ATTENZIONE:  La DSU ha lo scopo di identificare la situazione patrimoniale e reddituale del nucleo e quindi vanno inserite tutte le informazioni veritiere per non incappare, in caso di dichiarazioni mendaci, a fronte di controlli da parte dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate in denunce anche penali per tentata truffa allo Stato Italiano.

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Bonus Bebè 2020, Bonus latte artificiale, Bonus Asilo nido, Bonus Mamma Domani, novità dal 2020

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La Manovra di Bilancio 2020 ha confermato integralmente i Bonus previsti a sostegno della natalità già presenti negli anni precedenti ed ha introdotto ulteriori forme di incentivazione per sostenere ed allargare la platea dei beneficiari   che intendono mettere su famiglia…vediamo nel dettaglio in cosa consistono.

Bonus bebé 2020: cosa cambia, chi può accedere e quali sono le condizioni per farlo

 

 

 

 

Bonus bebè 2020

Per quanto concerne il Bonus Bebè la Manovra 2020 non solo né ha confermato l’impianto ma ha sostanzialmente esteso la platea dei beneficiari; da quest’anno infatti tutti i contribuenti che nel corso del 2020 avranno la gioia della nascita di un figlio, potranno beneficiare di questo bonus senza vedersi tagliati fuori a causa del limite relativo al tetto massimo stabilito negli anni precedenti e pari  25 mila euro di ISEE. La manovra ha sostanzialmente rimosso ogni limite relativo al tetto ISEE ed ha aumentato, rispetto agli anni precedenti, il valore del Bonus mensile che si può percepire.

Così come per gli ultimi due anni, da quando si è insiediato il governo 5stelle e company, il contributo sarà valido solo per il primo anno di vita del bambino, sarà erogato mensilmente e questa “rata”, rimodulata al rialzo come detto poc’anzi, sarà determinata in funzione del valore dell’ISEE del nucleo familiare di appartenenza; le fasce stabilite sono di seguito riassunte:

      • 160 euro al mese per redditi il cui ISEE è al di sotto dei 7.000 euro;
      • 120 euro al mese per ISEE compresi fra 7mila e 40 mila euro;
      • 80 euro al mese per ISEE maggiori di 40 mila euro.

Dunque neo genitori o futuri tali, armatevi di pazienza, compilate l’ISEE seguendo le nostre istruzioni, e poi collegatevi al sito dell’INPS al seguente link dove, se muniti di PIN DISPOSITIVO, potrete tranquillamente presentare la vostra domanda in maniera autonoma e senza rivolgervi a nessuno. Buon lavoro, ma soprattutto auguri per il nuovo nato.

P.S. Se i nascituri sono due, sul secondo figlio l’assegno non solo è raddoppiato ma aumentato del 20% nella sua quota determinata in funzione dell’ISEE.

Di seguito riassumo le condizioni per poter fruire del Bonus

Fasce ISEE [Euro]Bonus mensile [euro]Mensilità corrisposte
Fino a 7.00016012
tra 7001 e 4000012012
oltre 400008012

Bonus bebé fasce ISEE Manovra 2020

Bonus latte artificiale: a chi spetta, per quanto tempo e quali sono le condizioni per usufruirne

Bonus latte artificiale 2020

Nuovo provvedimento nato come sostegno per quelle mamme che per problemi debitamenti motivati e dovuti a particolari patologie non hanno la possibilità di allattare il nascituro al seno. Il provvedimento per il quale sono stati stanziati 2 milioni per il 2020 e 5 milioni per il 2021, prevede che per i primi sei mesi di vita del bambino i genitori possano ricevere un contributo per l’acquisto del latte “artificiale” per un importo massimo di 400 euro.

Ottimo provvedimento ma a scanso di equivoci vi sottolineo che non ne potete beneficiare se decidete in maniera autonoma di non allattare il bimbo al seno…in fondo sappiate che siete mamme, comunque libere di scegliere come crescere i vostri figli, ma che l’allattamento al seno è l’indicazione consigliata da tutti i pediatri e dal SSN.

A voi la scelta.

Bonus Asilo nido 2020: gratis per alcuni, scontato per gli altri

Bonus Asilo Nido 2020

Anche questa forma di sostegno viene confermata con la nuova Manovra di Bilancio e così come il Bonus Bebé è stata rafforzata, sia perché non esiste nessun limite massimo di reddito per poterne beneficiare, ampliando dunque la platea di contribuenti che potranno accedervi,  ma soprattutto perché è stata fortemente incentivata aumentando in maniera considerevole i fondi a sostegno, garantendo alle fasce di reddito nemmeno troppo basse, la possibilità di usufruire dell’asilo nido quasi gratuitamente.

Il sostegno è stato rimodulato, come il Bonus Bebé al rialzo e suddiviso in tre fasce sempre funzione del livello di ISEE del nucleo familiare di appartenenza del bambino. I tre scaglioni sono così suddivisi:

      1. Bonus fino a 3000 euro annui da suddividere in 11 mensilità per famiglie con reddito ISEE fino a 25mila euro;
      2. Bonus fino a 2500 euro annui da suddividere in 11 mensilità per famiglie con reddito ISEE compreso tra 25 mila e 40 mila euro;
      3. Bonus fino a 1500 euro annui da suddividere in 11 mensilità per famiglie con reddito ISEE superiore a 40 mila euro.

L’unica clausola per beneficiarne, oltre naturalmente ad avere uno o più figli che frequentano l’asilo nido, è quella di presentare l’ISEE, più correttamente conosciuta come DSU, che va presentata, seguendo le indicazioni riportate al seguente link per poi procedere, se siete in possesso del codice PIN DISPOSITIVO, all’inserimento della domanda che troverete al seguente link al quale potrete accedere dopo l’inserimento delle vostre credenziali.

Attenzione che per poter beneficiare del contributo bisogna farsi eseguire dalla struttura presso la quale il vostro piccolino è iscritto, oltre al certificato di iscrizione, la fattura/ricevuta fiscale che attesti il pagamento per ciascun mese. Infatti l’INPS erogherà il pagamento solo dopo che avrete inserito queste ricevute all’interno del portale e ne avrà verificato la veridicità.

Riassumendo sono state riportati all’interno della seguente tabella le condizioni per fruire del Bonus Asilo Nido a fronte della Manovra 2020

Domanda Bonus Asilo Nido: link, e modalità di presentazione

Sul sito INPS è possibile procedere, se siete in possesso del PIN Dispositivo, con la presentazione in maniera del tutto autonoma, della domanda Bonus Asolo Nido collegandovi mediante il seguente link.  Resta valida la possibilità di poterlo presentare tramite i CAF se non siete degli esperti di internet. In entrambe le situazioni, per procedere con la compilazione della domanda, dovete essere in possesso dell’ISee che attesta la situazione economico finanziaria del vostro nucleo familiare. Per ottenelo potete procedere seguendo le indicazioni presenti al seguente link che riporta le istruzioni passo passo che consentono di procedere con la richiesta ISEE sul sito INPS.

FASCE ISEE DI RIFERIMENTO [euro]Bonus annuale [euro]Valore rimborso mensile per numero di mensilità[euro/mese]
fino a 25.0003000272,72 x 11
da 25.000 fino a 40.000 2.500227,27 x 11
oltre 40.0001500136,36 x 11
Bonus mamma domani cos’è ed a quanto ammonta?

Bonus mamma domani 2020

Anche questa forma di sostegno è rimasta confermata e del tutto inalterata rispetto al passato.

Infatti a partire dal 7 mese di gravidanza rispetto alla data presunta del parto, attestata tramite certificazione dal ginecologo  convenzionato ASL e non privato, potrete presentare domanda per ricevere il bonus di 800 euro come sostegno per le spese che i futuri genitori si troveranno ad affrontare in concomitanza dell’arrivo del nascituro. Tale incentivo non presenta nessuna limitazione per l’ambito reddituale ovvero non c’é un tetto massimo di reddito per poterne usufruire. Bisogna esclusivamente essere residenti sul territorio italiano e essere in attesa di un bambino  ed aver superato i 7 mesi rispetto alla data presunta del parto.

La domanda potrà essere presentata tramite il portale INPS, se siete in possesso del PIN Dispositivo, al seguente indirizzo.

Naturalmente per tutte le domande di incentivo sopra esposte io vi consiglierei di procedere personalmente nel presentarle per via telematica tramite il sito dell’Inps.

I meno tecnologici possono comunque utilizzare i canali convenzionali come patronati, CAF o modelli cartacei da compilare e consegnare alla sede INPS della città di residenza.

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Detrazioni Spese abbonamento per il trasporto pubblico: cosa sono e come usufruirne

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Con la Legge di Bilancio, valida a partire da Gennaio 2018, lo Stato ho introdotto una nuova detrazione che intende dare sostegno a tutti quei contribuenti che per spostarsi usano i mezzi di trasporto pubblico sia per recarsi a lavoro che per studio.

Detrazione Spese Trasporto Pubblico 2020: cosa cambia

La misura è stata costruita con l’intento principale di incentivare l’uso dei mezzi di trasporto pubblico con il fine di limitare l’uso della auto/moto personale; ciò comporta benefici indiretti in termini di emissioni di gas serra in virtù della riduzione del numero di auto in circolazione; questo aspetto può addirittura determinare un abbassamento del rischio di incorrere in un incidente stradale e dunque lo Stato potrebbe consuntivare un risparmio in termini di assistenza sanitaria.

In una società con una crescente attenzione alle dinamiche sociali ed ambientali questo contributo non può che risultare una manna dal cielo, soprattutto per quei cittadini che già da anni fanno uso di mezzi di trasporto pubblico. Sarebbe utile far convertire chi non è solito usare mezzi di trasporto pubblico verso questa scelta che, oltre a contribuire alla salvaguardia ambientale (alzi la mano chi pensa che con i nostri comportamenti non stiamo contribuendo alla modifica delle condizioni climatiche ed ambientali) ha dei vantaggi diretti nel garantirci un bel risparmio economico (non valutate solo il costo diretto del carburante ma dovreste mettere in conto tutta la manutenzione che siete costretti ad eseguire al vostro mezzo di trasporto direttamente legata alla percorrenza stradale); ciò, per chi deve raggiungere un luogo ben collegato non può che generare vantaggi con l’unico neo legato probabilmente al maggior tempo di percorrenza nel caso dell’uso dei mezzi di trasporto pubblico (non è sempre così se prendiamo in considerazione sia il traffico, sempre presente nelle grandi città, che lo stress derivante dalla necessità di trovare un  parcheggio, presso il luogo di destinazione che sotto casa…)

Ma chi può beneficiarne?

Requisiti per usufruire delle detrazioni delle spese per il trasporto pubblico

Possono beneficiare tutti i contribuenti che eseguono la dichiarazione dei redditi sia per tutte le spese legate agli abbonamenti, sia personali che se sostenute per qualsiasi dei componenti a carico all’interno del nucleo familiare.

L’aspetto che preclude la possibilità di portare in detrazione questo tipo di spesa è legato alla tipologie della stessa, ovvero, deve trattarsi di abbonamento che sia settimanale/mensile/annuale, legato a qualsiasi tipo di trasporto, comunale/regionale/interregionale/nazionale, con qualsiasi mezzo come treno, autobus, metropolitana, circolare, ecc…

Dunque non è possibile ottenere il rimborso per viaggi giornalieri né tanto meno per biglietti orari con validità fino a 72 ore. Mi preme sottolineare che non risultano detraibili le carte integrate quali quelle che, oltre al trasporto pubblico, includono servizi aggiuntivi come l’ingresso ai servizi di interesse generale, come musei, spettacoli ecc…

Infatti, nella definizione di abbonamento, così come specificato dalla circolare 13/E dell’Agenzia delle Entrate, si intende un titolo di trasporto che consente di effettuare un numero illimitato di viaggi, per più giorni, su un determinato percorso o sull’intera rete, in un periodo di tempo specificato.

Lo “sconto” in questione verrà applicato, solo se chiesto dal contribuente, e va indicato nella dichiarazione dei redditi; infatti si può beneficiarne come detrazione sull’IRPEF, dunque sulle imposte dovute ed in questo modo ci verrà rimborsato nel mese di Luglio / Settembre quando il vostro Sostituto d’imposta esegue la liquidazione a fronte della dichiarazione presentata.

Detrazioni Spese Trasporto Pubblico 2020, cosa cambia?

La manovra 2020 non ha cambiato nulla nell’impianto della detrazione se non l’obbligo, come per tutte le altre detrazioni nell’ambito della sgravi al 19%, di eseguire i pagamenti con mezzi che possano garantire la tracciabilità dello stesso e dunque, ad esempio, Bancomat, Carte di Credito, Assegni bancari, Bonifici ecc…

Il pagamento deve essere eseguito dal titolare che utilizza il servizio e che usufruisce della detrazione oppure dal contribuente al quale risultate a carico. Non potrà essere eseguito tramite carte intestate a persone terze perché deve esserci un collegamento diretto tra chi beneficia del diritto alla detrazione e chi fruisce del servizio. Se invece siete a carico di qualcuno che esegue la dichiarazione dei redditi, il pagamento dovrà essere eseguito a nome del dichiarante al quale risultate in carico.

Insomma è un pò ingarbugliata la situazione ma sicuramente garantisce l’univocità nei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Trasporto pubblico quanto si può detrarre?

Come per tutte le detrazioni lo Stato non fa miracoli; la percentuale che risulta possibile portare in detrazione è il 19% della spesa sostenuta con un tetto massimo pari a 250 euro annui. Purtroppo questo tetto massimo include sia il contribuente che tutti i membri del nucleo familiare, quindi l’agevolazione, seppur rappresenta una novità, sembra piuttosto timida e necessità di una maggiore iniezione di fondi per agevolare principalmente i cittadini che già fanno uso dei mezzi di trasporto pubblico oltre che provare a coinvolgere chi usa il proprio mezzo a mutare i propri modi di fare verso questa benefica pratica che, se pur qualcuno pensa non valida alla salvaguardia ambientale, può comunque rappresentare una valida alternativa al trasporto privato lasciandoci qualche soldo in tasca.

Effettivamente facendo un calcolo veloce, la detrazione che a fine anno fiscale ci ritorna in tasca è davvero limitata, ci consente di mangiare una pizza al ristorante, nemmeno troppo lauta:

250 * 0.19 = 47,50 euro

Meglio di niente, non credete?

Dal mio punto di vista, se si vuole investire realmente nel trasporto pubblico lo Stato deve incentivare il contribuente, magari garantendogli la possibilità di portare in deduzione il 100 % della spesa per gli abbonamenti oltre ad aver innalzato il tetto massimo. Questo può condurre al vero cambiamento.

Dove inserisco le detrazioni per le spese relative al trasporto pubblico?

Come per tutte le spese che si possono portare in detrazione anche queste sono identificate da un codice, il 40, e vanno inserite all’interno delle caselle da E8 ad E10 del quadro E della dichiarazione dei redditi precompilata.

Purtroppo queste devono essere inserite manualmente perché non ci viene emessa fattura contestualmente al pagamento; a tal proposito sottolineo la necessità di conservare, per almeno 5 anni, l’attestazione cartacea dell’abbonamento che avete sottoscritto nel caso si dovesse palesare un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Aggiungo che non risulta possibile portare in detrazione le Spese per l’abbonamento rimborsate dal datore di lavoro anche se in sostituzione di retribuzioni premiali sullo stipendio; infatti lo Stato agevola i datori di lavoro garantendogli la possibilità di portare in deduzione, dal loro monte reddito, la cifra che questi rimborsano ai propri dipendenti a fronte dell’acquisto di abbonamenti.

Riassumendo le condizione che portano alla detrazione sono:

  • Contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi;
  • Tetto massimo possibile da portare in detrazione pari a 250 euro;
  • Percentuale detraibile pari al 19% del tetto massimo ammissibile;
  • Possibilità di portare in detrazione gli abbonamenti di tutti le persone a carico appartenenti al nucleo familiare;
  • Obbligo alla conservazione delle attestazioni di abbonamento per almeno 5 anni.

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Detrazioni 19%: se ne può usufruire solo mediante pagamenti tracciabili…

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La Manovra 2020, negli intenti del Governo in carica, vuole rappresentare una stretta considerevole nei confronti del sommerso, in tutti i suoi ambiti.

Infatti, anziché introdurre nuove tasse, lo Stato è convinto di aumentare gli introiti delle proprie casse facendo emergere tutti i pagamenti “in nero” che, dagli studi di settore si attestano in miliardi di euro, sottratti da molti, alla tassazzione statale. E come fare?

Detrazioni pagamenti tracciabili: quali sono?

Un doppio vantaggio introdotto dal governo sta nell’obbligo, a partire dal 01 Gennaio 2020, dell’eseguire tutti i pagamenti legati alle spese di cui si può beneficiare delle detrazioni al 19% solo mediante pagamenti tracciabili; ciò oltre a consentire di beneficiare della detrazione (così come già avviene) vi consente di poterla contabilizzare immediatamente mediante la consuntivazione diretta ed immediata all’interno del vostro 730 precompilato.

Vi starete chiedendo, e cosa significa?

Significa che, così come avviene già da qualche anno per quanto concerne le spese mediche e sanitarie, nel momento in cui eseguite una spesa, questa viene immediatamente consuntivata all’interno della vostra dichiarazione dei redditi e quindi non sarete più costretti a conservare nessun tipo di attestazione della stessa, dunque non non avrete più l’obbligo di portare tutte queste ricevute al vostro commercialista per poter beneficiare delle detrazioni…e come se non bastasse, dato che la modifica in questione va di pari passo con l’introduzione obbligatoria dell’emissione dello scontrino elettronico/fattura  da parte dei commercianti/erogatori di servizi, non sarete più costretti a conservare questi documenti per i canonici 5 anni, così come previsto dall’attuale legge, nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate chieda di effettuare un controllo sulla vostra dichiarazione.

Vi sembra poco? Vi chiederete ma dov’é la fregatura? Be, chi vuole evadere le tasse in qualche modo comincerà ad avere problemi perché la necessità da parte Vostra di portare in detrazione la spesa farà si che il commerciante in questione si vedrà costretto ad emettere lo scontrino (perché non solo lo chiederete ma vi imporrete per averlo)…ancor più quando, anche per altre tipologie di spesa che non rientrano nella detrazione in questione,  dal 01 Luglio 2020 con tutti gli scontrini emessi si potrà partecipare alla famosa lotteria ad estrazione che metterà in palio diversi premi.

Inoltre sarete avvantaggiati perché da Gennaio 2021 entrerà in vigore il bonus befana che prevede un cashback del 19% delle spese sostenute per alcuni settori considerati ad alta evasione come ristoranti, bar, lavori di manutenzione ed altri capitoli di spesa che verranno meglio chiariti nel corso dell’anno. Il limite massimo che risulterà possibile portare in detrazione sarà pari a 2500 euro anni per contribuente, quindi si potrà ottenere al massimo un rimborso pari a 475 euro che sarà liquidato nei primi giorni dell’anno successivo a quello relativo alla spesa, motivo per cui gli è stato dato il nome di bonus befana…

Avete capito bene, lo Stato vi rimborserà il 19% delle spese sostenute ad una piccola condizione…sarete costretti a pagare mediante sistemi che garantiscono la tracciabilità della spesa…vi sembra troppo?

Significa che anche i liberi professionisti che operano come manutentori ed eseguono lavori all’interno delle nostre case o si dotano dei Pos oppure saranno pagati mediante bonifici parlati…niente più contanti!!!

Naturalmente i meno pratici ai pagamenti digitali o con moneta elettronica si troveranno inizialmente in difficoltà, ma ricordo i problemi legati all’introduzione dell’euro al posto della lira e tutte le polemiche nate all’epoca, svanite poi con il tempo perché, diciamola tutta, ogni innovazione è foriera di polemiche ma poi il tempo e la pratica risolvono tutto.

Pagamenti tracciabili da quando?

ATTENZIONE: Purtroppo in questo ambito la confusione regnava sovrana, almeno fino all’ultimo chiarimento arrivato da parte del Governo. Seppur sono pervenute delle richieste da parte dei CAF che chiedevano di posticipare la data di entrata in vigore dei pagamenti tracciabili di 3/6 mesi, tanto da far paventare la possibilità di far entrare a regime il provvedimento a partire dal 01 Aprile 2020, per dare la possibilità ai contribuenti di adattarsi alle nuove modalità di pagamento, c’è stato un dietro front nelle ultime ore che ha stabilito definitivamente ed in maniera inderogabile la data di entrata in vigore dell’obbligo dei pagamenti tracciabili per poter usufruire delle detrazioni  al

01/01/2020

Da questa data dunque siete costretti a pagare mediante pagamenti tracciabili, qualunque questi siano (carte elettroniche, bonifici, assegni circolari non trasferibili, ecc…); se pagherete in contanti perderete il diritto a poter usufruire delle detrazioni, che comunque saranno consuntivate  nell’anno successivo rispetto a quello di effettiva spesa, ciò significa che le spese eseguite nel 2020 si potranno portare in detrazione nella dichiarazione del 2021.

Ciò non è valido per quanto concerne le spese mediche e sanitarie alle quali è stato dedicato un articolo dettagliato (Detrazioni spese mediche e sanitarie 2020).

Ma quali sono queste detrazioni ? 

Detrazioni per le quali bisogna pagare “elettronicamente”

Sono sicuramente tutte le detrazioni al 19%  che ho riportato, per comodità, nella seguente tabella, estratta dal documento emesso dall’Agenzia delle Entrate; per maggioi informazioni sulle detrazioni potrete cliccare la pagina Detrazioni e Deduzioni

Detrazioni 19%: ecco quelle da eseguire mediante pagamenti tracciabili

Bisogna sottolineare che, così come già obbligatorio, per le spese eseguite nell’ambito della ristrutturazione casa, quelle per la riqualificazione energetica degli immobili, le spese per il bonus verde o il nuovo bonus facciata, o quelle connnesse al Bonus Mobili (legato ai lavori di ristrutturazione), vige l’obbligo del pagamento mediante sistemi che garantiscano la tracciabilità e quindi bisogna utilizzare il famoso bonifico ‘parlante’ che identifica, in maniera inequivocabile, la natura della prestazione, il prestatore d’opera, ovvero il beneficiario del pagamento ed il committente, cioè la persona che emetterà il bonifico in questione.

Queste spese non rientrano nella detrazione del 19% ma hanno livelli di detrazioni molto più alti; ciò ha imposto da subito l’obbligatorietà della tracciatura dei pagamenti.

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