Detrazioni per Spese funebri

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Parlare di questo capitolo non mi torna facile però anche la morte è una fase della vita e quando avviene, oltre al dolore per la perdita della persona cara, bisogna provvedere alle spese materiali per le esequie del defunto.

Fortunatamente lo Stato ci viene in soccorso e tra i diversi capitoli di spesa che possono essere portati in detrazione è previsto anche quello relativo alle spese funebri; nel passato ci si poteva avvalere di questa detrazione solo per estinti legati con un vincolo di parentela diretta con il contribuente dichiarante, mentre dal 2016 è stato eliminato questo vincolo e quindi qualsiasi contribuente, in maniera univoca, può chiedere le detrazioni per le spese sostenute anche per estinti non legati da vincoli parentali ma per i quali il dichiarante ha provveduto alle spese funebri.

Quali sono le spese funebri detraibili

Le spese funebri che risulta possibile portare in detrazione sono tutte quelle che materialmente vengono effettuate per le esequie dell’estinto e che possono essere tracciate mediante fatture, ricevute o bonifici bancari. Dal 2018, e quindi con l’ingresso del 730 precompilato, tutte queste spese vengono direttamente caricate all’interno delle spese conteggiate per il contribuente al quale sono intestate le fatture/ricevute di pagamento. Ciò però è valido solo se chi ha eseguito il servizio del quale vi siete avvalsi ha emesso fattura elettronica; viceversa dovrete essere voi ad inserire manualmente i costi della spese all’interno della precompilata nelle caselle che più avanti vi indicherò. Voglio precisare che sono detraibili le spese eseguite in concomitanza del decesso e non prima che questo avvenga, ovvero se acquistate il loculo prima della morte del parente questo non può essere portato in detrazione. Nel dettaglio le spese detraibili vanno da quelle sostenute per l’agenzia delle pompe funebri a quelle del fioraio, dai diritti cimiteriali agli annunci funebri.

Chi può usufruirne, limiti di applicabilità e percentuale detraibile

Possono usufruire delle detrazioni tutti i contribuenti che nell’anno solare antecedente alla dichiarazione hanno sostenuto spese funebri per un decesso di una persona, seppur non legata mediante vincoli di parentela, per un tetto massimo di 1.550 euro. Bisogna sottolineare che il tetto massimo, poco anzi indicato, è valido per ogni soggetto (potrebbe presentarsi il caso, fortunatamente rarissimo, di due decessi, quindi quel tetto va raddoppiato). Come per le altre detrazioni la percentuale detraibile dal totale delle tasse da pagare è pari al al 19% delle spese sostenute. Ciò significa che il tetto massimo recuperabile, mediante la dichiarazione dei redditi, che ci verrà restituito a Luglio (per i dipendenti) o a Settembre (pensionati)  è pari a 1550*0.19 = 294,5. Attenzione: questa cifra vi sarà rimborsata solo se siete in attivo con le tasse da pagare e non vi ritrovate in una situazione di incapienza.

Mi preme evidenziarvi che se le spese in questione le ritrovate già all’interno della precompilata non siete obbligati a conservare le fatture/ricevute che attestano questi pagamenti. Viceversa se purtroppo non è stata emessa fattura elettronica e gli importi in questione sarete costretti ad inserirli manualmente, avrete anche l’obbligo di conservare tutte le ricevute per almeno 5 anni che dovrete mostrare all’Agenzia delle Entrate nel caso ne chieda la verifica a fronte della procedura di controllo della vostra dichiarazione. Bisogna comunque tenere in considerazione che l’Agenzia procede automaticamente al controllo di una determinata percentuale di dichiarazioni che sono state modificate. Sicuramente non esegue controlli sulle dichiarazioni accettate dal contribuente e non modificate.

Dove vanno inserite le spese funebri

Il totale delle spese sostenute, così come per le altre detrazioni, va inserito, se non presente, all’interno delle apposite caselle predisposte nella sezione detrazioni del modello 730. Il codice da utilizzare e che identifica le detrazioni di questa natura è il 14 e le caselle all’interno della quale inserire il totale delle spese sostenute (risulta inutile inserire cifre superiori alle 1.550 euro seppur è il vostro caso perché comunque quello è il tetto massimo ammesso alla detrazione) sono quelle da E8 ad E10 o fino ad E12 nel caso di più decessi.

Riassumendo i limiti, vincoli per questa detrazione sono:

      • Qualsiasi persona defunta per la quale sono state sostenutedelle spese funebri, seppur non legata da vincoli parentali, e per i quali chiedete il rimborso in via esclusiva;
      • Massima spesa da portare in detrazione: 1.550 euro;
      • Percentuale detraibile 19% dal totale delle tasse da pagare;
      • Le spese ammesse sono tutte quelle necessarie alle esequie debitamente certificabili (fatture, ricevute, ecc…);
      • Obbligo alla conservazione delle fatture/ricevute per almeno 5 anni se siete voi ad inserire le spese nella precompilata.

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Detrazioni Attività Sportive non agonistiche: quali sono e come usufruirne

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La promozione dell’attività sportiva non agonistica dovrebbe rappresentare uno dei capi saldi di uno Stato per i molteplici vantaggi intrinseci che questa pratica, se costantemente esercitata, genera in maniera sia diretta che indiretta.

Un impegno constante in un qualsiasi sport porta ad ottenere vantaggi psico-sociali sul fruitore. Consente di frequentare gente diversa (questo potrebbe non essere piacevole per tutti) e quindi interagire e fare conoscenze nuove, liberarsi dallo stress al quale la giungla cittadina quotidianamente ci sottopone, distrarsi dalle principali preoccupazioni alle quali siamo costretti, volenti o nolenti ad affrontare, sia per questioni lavorative che personali. Tutto ciò determina degli innegabili vantaggi psichici avvalorati da studi scientifici.

A questo bisogna aggiungere che, la pratica di un attività sportiva, determina benefici fisici diretti. Siamo più in forma, ma soprattutto diventiamo più refrattari ad ammalarci e soffriremmo molto meno per disturbi fisici, in molti casi determinati proprio dallo scarso esercizio dovuto al classico lavoro “da scrivania”.

Va da sé che tutti questi vantaggi e la pratica assidua di uno sport, per tutte le fasce di età, deve essere intrinsecamente legata al piacere di praticare l’attività, anche perché lo sport è sacrificio; quindi scegliete lo sport che vi piace maggiormente non per i risultati che vi aspettate di ottenere in termini di prestazioni o aspetto fisico, ma seguendo le vostre inclinazioni e gusti personali.

Quindi, e questa è una mia considerazione, lo Stato dovrebbe investire maggiori fondi nella promozione della attività fisica non agonistica dei suoi cittadini; ciò genererebbe persone più felici, motivate ma soprattutto più sane con indiretti vantaggi legati al risparmio nell’ambito della Sanità Pubblica (pensate ad un pensionato che pratica attività sportiva, sicuramente sarà più in forma di uno che trascorre le sue giornate dinanzi alla tv). L’optimum sarebbe quello di rendere gratuita la pratica sportiva per tutti i ceti sociali e per tutte le fasce di età (tanto i ricchi continueranno a frequentare i loro circoli privati), e questa non è una chimera; altri stati europei (Francia e Germania per fare un esempio) garantiscono la possibilità di praticare dello sport gratuitamente ai propri ragazzi; per giunta è stato ampliato l’orario scolastico proprio per aumentare il numero di ore di sport di base.

Che ne dite, ci guadagnerebbe lo Stato? Noi come contraltare, in Italia, per praticare un attività sportiva siamo obbligati, giustamente, a farci emettere un certificato di sana e robusta costituzione dal nostro medico di base (retribuito molto bene con le tasse che versiamo); ma lo dobbiamo pagare!!!

Detrazione attività sportiva: chi può usufruirne?

Della detrazione per attività fisica non agonistica possono usufruire i contribuenti per tutti i familiari a carico con età compresa fra i 5 ed i 18 anni. Questa limitazione fa impropriamente affermare, ai molti, che questa detrazione è valida solo per i figli a carico, in quanto questa categoria rientra naturalmente in questa fascia di età; ciò non è vero perché la legge prevede che si possono portare in detrazione le spese eseguite per tutti i familiari a carico che siano all’interno della fascia di età stabilita, indipendentemente dalla tipologia di rapporto che li lega con il contribuente dichiarante (fratello, sorella, nipote, ecc…).

Un altro requisito essenziale, oltre all’appartenenza alla fascia di età di cui sopra e che la persona inserita all’interno del nucleo familiare del dichiarante risulti a carico del contribuente, ovvero che i suoi introiti annui siano inferiori ai 4.000 euro, al lordo degli oneri deducibili (nuova soglia stabilita dal governo a partire dal 2019 per familiari fino ai 24 anni, mentre resta invariata per i soggetti di età superiore stabilita in 2.861 euro).

Come prima detto, l’anomalia risiede nell’impossibilità di portare in detrazione le spese sportive per tutte le persone appartenenti al nucleo familiare ma di età superiore ai 18 anni. A tal proposito vorrei sottoporre una domanda sia al Ministro dello Sport che a quello della Salute:

ma avete letto qualche studio scientifico che dimostri che lo sport praticato dopo i 18 anni fa male alla salute?

Limiti di applicazione e percentuale detraibile.

Come per tutte le tipologie di detrazione anche quella per la pratica di attività sportiva beneficia di una detrazione pari al 19% per una spesa massima di 210 euro anni per ciascun componente del nucleo familiare che rientra nella fascia di età sopra riportata. Un po’ pochini se si considera che l’attività meno onerosa comporta, solo per i costi relativi alla frequenza, una spesa di 30 euro mensili che per 11 mesi  implica una spesa complessiva di 330 euro all’anno. Ed in tutto ciò no si prende in considerazione la necessità legata all’acquisto di tutto il kit legato alla pratica dello sport scelto (abbigliamento, attrezzature, ecc…). Alcuni tipi di sport sono solo a beneficio di una classe sociale medio alta (vedi ippica, vela, sci, ecc…).

A questo aggiungo non senza vena polemica: perché non è possibile portare in detrazione le spese relative alla frequenza di corsi artistici? Musica, pittura, recitazione, teatro, ecc…

Non credete che farebbero accrescere la conoscenza culturale dei singoli sviluppando ed ampliando la nascita di nuovi talenti?

Istruzioni sull’inserimento all’interno della Dichiarazione

A questo punto possiamo riassume che:

Requisiti:

      • Essere appartenenti al nucleo familiare;
      • Risultare a carico del dichiarante;
      • Avere un età compresa fra i 5 ed i 18 anni;

Limitazioni

      • Percentuale detraibile 19%;
      • Tetto massimo detraibile indipendentemente dalla spesa consuntivata: 210 euro annue per componente;

Quindi il recupero possibile, detratto dal totale delle tasse da versare, che verrà  rimborsato a Luglio per i dipendenti ed a Settembre per i pensionati, è di 40 euro.

La spesa sostenuta va inserita con il codice 16 nelle caselle da E8 a E10.

Attenzione però, dato che purtroppo le associazioni e/o società sportive che frequentiamo non sono obbligate ad emettere fattura elettronica, questa spesa la dovrete inserire manualmente nella dichiarazione dei redditi all’interno del 730 precompilato. Ciò comporta la necessità di conservare le ricevute/fattura almeno per 5 anni perché l’Agenzia delle Entrate, se dovesse decidere di verificare la vostra precompilata, vi chiederebbe di esibire le ricevute che attestano queste cifre.

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Compilazione 730 precompilato: istruzioni passo passo

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  1. Per accedere alla dashboard del vostro profilo, procedete come spiegato nell’articolo “Come Accedere“.

Step inserimento Dichiarazione

Siete arrivati finalmente nella vostra Home. Ma prima di procedere con la descrizione puntuale di cosa fare, ricapitolo sinteticamente mediante flow chart, sotto riportato, i passi da seguire per poter compilare in maniera snella e veloce la propria dichiarazione dei redditi. Lo schema vuole rappresentare un valido contributo che evidenzia

sinteticamente i principali passi da seguire per la compilazione del 730 precompilato e quindi per arrivare all’invio definitivo della vostra Dichiarazione dei Redditi. Com’è possibile notare, i passi non sono molti ma possono risultare inizialmente lunghi e macchinosi. Niete di più sbagliato. Io sono riuscito a compilarla, inizialmente con qualche difficolta ma senza nessuna guida che mi potesse agevolare il compito se non quella dell’Agenzia delle Entrate che inizialmente risultava anche un po scarna. Tu puoi invece avvalerti di tante guida in linea come questa che oltre ad indicarti gli step da seguire ti spiegano i significati di molteplici argomenti, correlati alla dichiarazione dei redditi, che sfuggono ai molti ma che, dal mio punto di vista, dovrebbero diventare conoscenze dei singoli.

Scelta dell’anno di riferimento

Finalmente siamo arrivati alla descrizione della Home Page; in alto nel riquadro superiore di destra è possibile modificare l’anno di riferimento;   potrebbe risultare utile nel caso si voglia correggere la dichiarazione degli anni precedenti o semplicemnete per visualizzarla (sempre che questa sia stata inviata via Web). Viceversa, verra visualizzato un messaggio d’errore. Prima di procedere per la prima volta alla compilazione WEB bisogna necessariamente inserire i dati nella sezione contatti a partire da una mail di riferimento alla quale riceveremo, nel caso risultasse necessario, le comunicazioni inerenti la nostra pratica.

Home page Piattaforma Agenzia delle Entrate

Mediante la seconda voce del menù Home presente sul lato sinistro puoi accedere alla schermata che, nel caso tu stessi presentando il 730 non avendo il sostituto d’imposta, ti consente di inserire il tuo codice IBAN sul quale potrai ricevere l’accredito dell’eventuale rimborso oppure ti consente di eseguire  il pagamento delle imposte, quando dovute.

Nella schermata accessibile mediante la voce Accessi di questo menù è possibile conoscere chi e quando eventualmente ha eseguito l’accesso alla tua precompilata, chi ha chiesto l’autorizzazione per l’accesso (CAF, Commercialisti, ecc..). Ciò ti consente di tenere sotto controllo la tua precompilata a garanzia della tua privacy.

Home Page personale della piattaforma dell’Agenzia delle Entrate

Menù visualizzazione dati precompilati

Adesso passiamo alla vera e propria compilazione. Dal menù superiore a sfondo blu orizzontale clicchiamo sulla voce “Visualizza i tuoi Dati”. Si aprirà la seguente schermata. In questa pagina sono presenti tutti i vostri dati suddivisi in sezioni. Selezionando ciascuna voce si ottiene il dettaglio delle informazioni in essa contenute oltre all’indicazione che evidenzia se la sezione è stata o meno   compilata e la fonte utilizzata per la sua compilazione. Oltre che in maniera descrittiva sono presenti, per ogni sezione, dei simboli grafici che aiutano a capire se la sezione è stata compilata (simbolo verde) oppure no (x rossa).

Schermata contenente le sezioni della precompilata

Cliccando su Certificazione Unica si ha accesso al schermata nella quale sono visualizzati i dati del Sostituto di Imposta che ha inviato la Certificazione Unica all’Agenzia delle Entrate. In questa sezione non dovete fare nulla perché ciò che percepite lo Stato già lo conosce mediante appunto la comunicazione da parte del Vostro Datore di Lavoro.

Nella sezione Familiari a carico trovate già tutti i familiari presenti nel Vostro Stato di Famiglia e che il Datore di Lavoro ha comunicato all’Agenzia delle Entrate mediante la Certificazione Unica. Diciamo pure che lo Stato conosce il nostro stato di famiglia già prima della comunicazione da parte del Sostituto d’imposta in quanto in caso di nascita/morte di un nostro familiare tramite la comunicazione o all’Agenzia delle Entrate o la registrazione al Comune di residenza veniamo automaticamente anagrafati.

Nella sezione Redditi dei terreni sono elencati tutte le proprietà in tuo possesso e già presenti nella precedente dichiarazione dei redditi oppure prelevati dalla banca dati del catasto o, infine, dagli atti di registro (compravendite, successioni, affitti, ecc..). Quindi come già accennato nell’altro articolo, allo Stato non sfugge nulla, quindi non capisco come mai sulla valuta circolante riescano a farla franca tanti evasori. Eventualmente dovessero esserci dei dati da modificare in riferimento ad una proprietà è possibile inviare una PEC all’ufficio Provinciale – Territorio dopo aver compilato il Modello Unico Istanza.

Così come per la sezione Redditi dei terreni anche per la sezione Redditi dei Fabbricati la fonte dei dati è la stessa. Anche qui nel caso siano presenti delle anomalie bisogna procedere inviando una PEC all’ufficio Provinciale – Territorio dopo aver compilato il Modello Unico Istanza.

Nella sezione Redditi da Lavoro Dipendente non va modificato nulla, ma proprio nulla. Tutto ciò che è riportato in questa sezione deriva dalla comunicazione all’Agenzia delle Entrate da parte del Sostituto di Imposta. Potete farvi un giro solo per dargli un’occhiata e controllare a quanto ammonta la vostra RAL (Retribuzione Annua Lorda).

Nella sezione Altri Redditi sono presenti tutti i redditi provenienti da altra fonte diversa da quella del Sostituto di Imposta ovvero tutti quei redditi ottenuti dal lavoro come libero professionista, autonomo od altro che eventualmente derivano dalla comunicazione tramite UNICO da parte del sostituto d’imposta. Nel caso tu non abbia la partita iva devi inserire all’interno di questa sezione i tuoi compensi ottenuti nell’anno solare precedente (solo se hai introiti inferiori alle 4800 euro annue)a fronte dei quali dovrai versare le Tasse. Pensavi che i tuoi guadagni extra fossero esentasse? Povero illuso, ti conviene versare le tasse perchè se ti beccano son quai sia con lo Stato che con il tuo datore di Lavoro. Ti chiedi cosa c’entra  il Datore di Lavoro?  La legge prevede che se tu intendi lavorare come autonomo/libero professionista fuori dall’orario di lavoro  da dipendente devi chiedere autorizzazione al tuo Datore di Lavoro; questo dopo aver verificato che la tua attività extra non influisce e non ha interferenze né tanto meno comporta  conflitto di interessi con il tua attività da dipendente ti autorizza l’esercizio… ma potrebbe anche rifutartelo; comunque è sempre meglio farglielo sapere.

Detrazioni:panoramica delle principali voci

Nella sezione Oneri e Spese trovi una serie di voci tutte legate alla possibilità di portare in Detrazione una serie di spese che abbiamo sostenuto durante l’anno solare precedente come:

  • spese sanitarie e relativi rimborsi presenti nel Sistema Tessera Sanitaria e i rimborsi comunicati dalle Casse con finalità assistenziali e dai Fondi integrativi del SSN; per maggiori info vedi l’articolo  Spese Mediche e Sanitarie;
  • interessi passivi sui mutui, comunicati dai soggetti che erogano mutui agrari e fondiari
  • spese universitarie e relativi rimborsi comunicati dalle Università e rimborsi comunicati da soggetti diversi dalle Università
  • spese asili nido
  • erogazioni liberali detraibili
  • erogazioni liberali deducibili
  • spese funebri comunicati dalle imprese di pompe funebri
  • premi assicurativi, comunicati dalle assicurazioni
  • contributi associativi versati alle società di mutuo soccorso
  • contributi previdenziali e assistenziali, comunicati dagli enti previdenziali
  • contributi versati alla previdenza complementare comunicati dagli enti previdenziali
  • bonifici riguardanti le spese per interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica degli edifici comunicati dalle banche e da Poste italiane
  • spese per interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni dei condomini comunicate dagli amministratori di condominio.

Le voci presenti, se sono state correttamente registrate mediante fattura elettronica sono già tutte presenti; l’elenco delle spese presenti fa riferimento a quelle che sono state comunicate all’Agenzia delle Entrate dalle Aziende Sanitarie Locali, dalle Aziende Ospedaliere, dagli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, dai Policlinici universitari, dai Presidi di specialistica ambulatoriale, dalle Strutture per l’erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa e dagli altri Presidi e Strutture accreditati per l’erogazione dei servizi sanitari. Inoltre, sono indicate le spese sanitarie comunicate all’Agenzia delle Entrate da medici, medici-chirurghi e odontoiatri.

Dettaglio delle Spese Sanitarie registrate

Come esempio nell’immagine superiore è riportato l’esploso delle Spese eseguite in ambito medico. Sono suddivise per capitoli di spesa di ordine differente.

Uno dei capitoli molto importanti che mi preme sottolineare in questa sezione è quello relativo alla Detrazione relativa alle Spese per la Riqualificazione energetica e/o Ristrutturazione edilizia. Molte famiglie italiane hanno usufruito o voglionio usufruire dei contributi che lo Stato mette a disposizione per eseguire lavori sui beni Immobili con il fine, o di eseguire una ristrutturazione dell’immobile (e qui voglio sottolineare che non è possibile avvalersi di detrazioni per i lavori di Manutenzione ordinaria come, tinteggiatura delle pareti) e/o riqualificarlo energeticamente con l’obbiettivo di ridurne i consumi energetici (ad esempio sostituendo la vecchia caldaia con una a condensazione, installare climatizzatori a pompe di calore oppure eseguire cappotti termici sulle pareti perimetrali del palazzo, ma anche sostituire gli infissi o installare impianti solari/fotovoltaici che vanno ad integrare la fornitura energetica dell’appartamento). Attenzione perchè in questo caso è meglio farsi seguire da un Tecnico qualificato che dovrà aprire una CILA presso il Comune dove è sito l’immobile oggetto di ristrutturazione (può anche non essere la prima casa e può essere fuori dal Comune di residenza del proprietario). Per usufruire di queste detrazioni bisogna inserire la somma di tutti gli importi delle fatture “parlanti”all’interno di questa sezione; dal 1 Gennaio del 2019 ciò non è più necessario perché chiunque debba emettere fattura, che sia l’impresa che esegue i lavori o il rivenditore presso il quale avete acquistato i materiali utilizzati per la ristrutturazione, deve emettere fattura elettronica intestata a voi e che riporta il vostro codice fiscale; quindi anche questa somma la ritroverete all’interno di questa sezione già conteggiati.

Un’ulteriore sezione presente, di natura piuttosto tecnica è quella relativa ad Acconti, Ritenute, Eccedenze ed altri dati. Questa andrebbe solo verificata perché non dovrebbe contenere nessun tipo di anomalie, soprattutto se la vostra unica fonte di reddito è legata al lavoro dipendente e seppur dipendenti siete legati ad un solo Datore di Lavoro che emette un unico CUD. Anomalie sono riscontrabili nel caso abbiate una fonte di reddito supplementare non da dipendente, o se vi siete dimenticati di consegnare i CUD supplementari al vostro datore di lavoro principale oppure se siete obbligati a pagamenti mediante F24 a causa, ad esempio, della p.iva di cui siete in possesso; in questo caso è meglio farsi avvalere dell’aiuto di un commercialista che potrà consigliarvi al meglio.

Crediti di imposta

Nella sezione Crediti di Imposta sono riepilogate le seguenti voci:

  • i dati indicati nella Certificazione Unica, relativi a redditi e imposte pagate all’estero
  • i residui dei crediti d’imposta indicati nella dichiarazione presentata per l’anno 2018 (per esempio, i residui relativi al credito d’imposta per il riacquisto della prima casa o al credito d’imposta per reintegro anticipazione fondi pensione)
  • il credito già utilizzato in compensazione tramite il modello F24.

L’ultima sezione presente è quella che riporta l’elenco, suddiviso per categoria di seguito riportata, delle spese legate ai familiari a carico, tipo:

  • spese sanitarie
  • spese universitarie
  • premi assicurativi
  • contributi previdenziali
  • contributi versati alle forme di previdenza complementare
  • contributi versati ad enti e casse aventi fine assistenziale.

Un esempio di finestra riportante le spese sopra elencate è la seguente:

Esempio che ricapitola le spese per i familiari a carico

Scelta del modello da utilizzare per la compilazione

A questo punto hai finito di verificare/modificare la tua dichiarazione e quindi puoi passare alla scelta del modello da utilizzare per la presentazione della stessa.

Biogna tornare sul menù orizontale superiore e cliccare sul link “Scegli il modello”. Se sei un dipendente/pensionato l’applicazione ti presenterà in via automatica la scelta del 730 così come è giusto che sia. Ti basterà cliccare su ok ed accettarlo così com’è.

Se invece vuoi essere guidato nella scelta del modello migliore da utilizzare, oppure devi presentare il modello PF (persone fisiche), basta farsi guidare dall’applicazione e fronire alcune risposte a delle domande che ti verrano poste e che ti aiuteranno a capire qual’è il modello più corretto che tu debba presentare. Ciò comunque ti lascia libero di scegliere quale modello usare. Se hai dei dubbi al seguente link protrai trovare tutte le info necessarie su chi deve presentare il modello PF. Comunque a titolo di esempio il modello PF lo devono presentare tutti quei contrubuenti che oltre a percepire reddito da lavoro dipendente posseggono la p.Iva e quindi devo dichiarare i loro introiti aggiuntivi.

Fatto ciò, dopo aver spuntato la check box “Ok ho letto” si può considerare chiusa anche questa scelta.

Compila  o Modifica dei dati preesistenti ed Invio

Finalmente ci siamo riusciti. Dopo aver scelto la tipologia di modello, possiamo procedere con la validazione e l’invio della nostra dichiarazione cliccando sulla voce del menù superiore.

Attenzione, se non dovete aggiungere nulla alla dichiarazione ma volete approvare quella proposta in automatico dall’Agenzia,  potete procedere automaticamente con l’approvazione, dopo aver scelto il modello da utilizzare.

Avete capito bene. L’operazione dura 5 minuti, per i meno abili.

In questa sezione, essendo stata salvata la dichiarazione presentata potete procedere con l’invio differenziato o modificare la presentazione in un secondo momento. IO eviterei.

In questo caso bisogna selezionare Accetta il 730 ed invia. Vanno comunque controllati i dati anagrafici dei componenti del nucleo familiare e indicati le scelte da eseguire per la scelta dell’8,5 e 2 per mille. Di seguito ti riporto i passi principali da seguire:

  1. Verifica i dati anagrafici del tuo coniuge e la tua residenza
  2. Indica i dati del sostituto d’imposta o la sua eventuale assenza
  3. Scegli a chi destinare l’8, 5, e 2 per mille
  4. Seleziona dichiarazione congiunta se desideri unire la tua dichiarazione con quella del coniuge
  5. Seleziona stampa e invia per inviare la dichiarazione e verificare l’esito dell’invio.

La questione è differente nel caso tu debba eseguire la modifica dei dati.

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730: Detrazioni e Deduzioni

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Chi tra voi vorrebbe pagare le tasse? Chi le paga contento di farlo? E chi non vorrebbe trovare un modo per ridurle lecitamente?

C’è tutto il mondo delle detrazioni/deduzioni che in maniera lecita ci consentono di ottenere una riduzione o sconto sulle tasse da pagare, naturalmente in determinate condizioni.

Alcune spese che abbiamo nella vita come quelle sanitarie, le spese per lo studio dei figli o per fargli praticare attività sportive non agonistiche, o ancora gli interessi sul mutuo dell’abitazione principale(e chi non c’è l’ha qual maledetto mututo) concorrono a determinare, in una determinata percentuale, una detrazione sul totale delle tasse da pagare. A questo punto mi chiederete, ma

Cos’è la detrazione?

La detrazione è un vero e proprio sconto (recupero parziale di spese sostenute) che lo Stato Italiano ci consente di defalcare dal totale delle imposte da pagare…ci sono dei casi nei quali la detrazione che accumuliamo può essere, in valore assoluto, superiore all’ammontare delle imposte che abbiamo versato in busta paga. In questo caso siamo in una situazione chiamata di “incapienza” cioè la differenza tra quello che ci dovrebbero rimborsare e ciò che dobbiamo pagare non ci verrà data da nessuno…ma non è sempre vero questo e scommetto che il Vostro commercialista non ve ne ha parlato.

In molti casi non siamo a conoscenza dell’ammontare complessivo delle detrazioni che ci spettano e che ci vengono calcolate in busta paga e poi contabilizzate in totale nel 730 precompilato. Di seguito vi riporto un estratto delle principali detrazioni in forma tabellare estratte dal Guida dell’Agenzia delle Entrate che sintetizzano, cosa riusciamo a detrarre dall’ammontare delle tasse che dobbiamo pagare e cosa, quindi, ci spetta recuperare, sempre se non siamo in incapienza.

Detrazioni per reddito da lavoro dipendente

La tabella che segue riassume le Detrazioni che lo Stato Italiano riconosce ai lavoratori dipendenti; queste si riducono proporzionalmente con l’aumentare del reddito in maniera progressiva, come riportato in tabella.

Scaglioni e relative aliquote per Detrazioni da lavoro dipendente

Detrazioni per reddito da pensione

Anche i pensionati, a fine attività lavorativa, hanno diritto alle detrazioni.  Queste sono più alte rispetto alle medesime fasce previste per i lavoratori dipendenti; ciò è dovuto alla più bassa retribuzione che il lavoratore percepisce appena diventa pensionato.

Scaglioni e relative detrazioni per Detrazioni per reddito da Pensione

Detrazioni per redditi assimiliati a quelli da lavoro dipendente indicati nella sezione II, Quadro C e per altri redditi indicati nel quadro D, Rigo D3 & D5

Ulteriori detrazioni esistono per tutti i redditi assimilabili a quelli da lavoratori dipendenti per i quali, di seguito, riporto un breve elenco esemplificativo:

        • remunerazione dei sacerdoti;
        • compensi percepiti per lavori socialmente utili;
        • somme percepite per la partecipazione a commissioni e/o collegi;
        • somme percepite per attività di sindaco o revisore di società, amministratore, di altri entri con o senza personalità giuridica
        • compensi o indennità corrisposte da amministrazioni statali ed enti pubblici territorriali per l’esercizio di pubbliche funzioni

ma anche,

        • indennità e assegni vitalizi percepiti per l’attività di parlamentare, a seguito di conclusione di cariche pubbliche elettive (avete capito bene…);
        • assegni periodici percepiti dal cogniuge, ad esclusione di quelli verisati per il mantenimento dei figli, in conseguenza di separazione legale, divorzio o annullamento del matrimonio.

Queste risultano meno scaglionate rispetto a quelle da lavoratore dipendente e per giunta sono più alte

Scaglioni e relative aliquote per redditi assimilabili

Detrazioni per coniuge a carico.

Questo elenco è valido per tutti quei nuclei familiari nei quali è presente un solo reddito principale, marito o moglie che sia, mentre l’altro non supera la soglia di 2840,51 se maggiore di 24 anni.

Nel calcolo del reddito bisogna considerare i seguenti riferimenti:

        • I redditi da lavoro dipendente e assimilati;
        • I redditi da prestazioni occasionali;
        • I redditi di impresa o lavoro autonomo;
        • Il reddito da fabbricati dati in affitto con cedolare secca (se ha optato per altri regimi, non rientra nel calcolo);
        • La rendita catastale di fabbricati posseduti dal coniuge in qualità di abitazione principale (prima casa)
Scaglioni di reddito e relative detrazioni per coniuge a carico

Detrazioni per figli a carico

Fortunatamente sono previste, almeno dal punto di vista legislativo, delle detrazioni a fronte dei figli presenti all’interno del nucleo familiare.  L’ammontare di queste, come è possibile vedere dalla tabella avanti riportata, è davvero “ridicolo” soprattutto in riferimento a quanto le nazioni europee nostre confinanti, come la Francia, prevedono nella loro costituzione. Basti pensare che una famiglia della media borghesia francese (padre e madre lavoratori) con tre figli a carico ottiene un ritorno dalle tasse versate, pari al 90%. In termini pratici significa che rispetto alla stessa famiglia italiana, a parità di reddito medio percepito di circa 60000 euro lordi, ha un ritorno dallo Stato Francese di una cifra pari a 14.000 euro in più…ed allora si che si è invogliati a fare figli, non vi sembra?

Comunque sono considerati acarico i figli fino a 24 anni di età compiuti che non genrano reddito superiore 4.000 euro e oltre i 24 anni di età ma con una riduzione dell’ammontare totale del reddito complessivo che si riduce a 2840,51 euro.

Detrazioni e reltivi scaglioni funzione del numero di figli a carico

Detrazioni per altri familiari a carico

Per altri familiari a carico presenti nel nucleo familiari e quindi residenti con questo, si intendono tutti quei familiari che hanno un vincolo di parentela con il dichiarante come: nonni, zii, nipoti, fratelli/sorelle ecc…

Detrazioni per canoni di locazione

Si tratta della detrazione spettate a quelle persone che vivono in affitto e in condizioni particolari che di seguito riassumo:

      • Lavoratore dipendente che trasferisce la propria residenza per motivi di lavoro;
      • Inquilini a basso reddito;
      • Affitto per giovani al di sotto dei 30 anni;
      • Detrazione affitto abitazione principale;
      • Inquilini di alloggi sociali;
      • Canone concordato detrazione inquilino
Detrazioni relative ai canoni di locazione

Surplus di detrazione e gestione dell’incapienza

Fortunatamente esistono delle tipologie di detrazione che per loro natura,  seppur siamo in una situazione di incapienza, consentono di ottenere il rimborso:

        1. Detrazioni per canoni di locazione (se pagate l’affitto sulla prima casa e/o siete nelle condizioni elencate pocanzi )
        2. Detrazione affitto terreni agricoli ai giovani
        3. Detrazioni per figli a carico

Discorso diverso riguardano le deduzioni che hanno una forma diversa.

L’elenco delle detrazioni è comunque molto vasto, molte di queste verranno presentate in articoli dedicati, dove saranno indicati i limite, i vincoli la percentuale detraibile ma soprattutto dove vanno indicate all’interno del modulo del 730 precompilato. Le voci di spesa che possono essere portate in detrazione che ci interessano, oltre alle voci  precedentemente elencate già calcolate in busta paga, sono:

Deduzioni: cosa sono e cosa consentono?

Le deduzioni sono delle riduzioni sulle imposte da pagare alla fonte, cioè prima ancora che si calcola l’ammontare delle tasse da pagare. Infatti, essi possono essere identificati principalmente come i  contributi previdenziali e assistenziali obbligatori e volontari che vengono versati, o le erogazioni liberali verso enti no profit, con lo scopo di ridurre il reddito complessivo su cui calcolare l’imposta.

In altre parole, “se vogliamo furbescamente”, le deduzioni sono l’ammontare delle spese che il contribuente sostiene e che vengono parimenti sottratte dall’ammontare totale del proprio reddito a fronte del quale verrà calcolata la tassazione.

Di seguito riporto un esempio esemplificativo ma  non esaustivo delle deduzioni più frequentemente riscontrate:

  •  contributi previdenziali e assistenziali obbligatori per legge, cioè i contributi dovuti alla propria cassa di previdenza quali, ad esempio, i contributi versati all’INPS da artigiani e commercianti, i contributi versati all’ENASARCO dagli agenti e rappresentanti, i contributi versati alle rispettive Casse di previdenza dai professionisti, e quelli versati per il riscatto di laurea;
  • i contributi per pensioni integrative, cioè destinati a forme di previdenza complementare (sono contributi versati ad un fondo pensione che integrerà la pensione ordinaria), nel limite di € 5.164,47;
  • le erogazioni liberali a favore di istituzioni religiose, quali l’Istituto per il sostentamento del Clero, l’ente “Assemblee di Dio in Italia”, la “Tavola valdese”, la Chiesa luterana evangelica in Italia, l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, nel limite di € 1.032,91;
  • le erogazioni liberali a favore della Unione delle Comunità ebraiche, nel limite di € 1.032,91;
  • le erogazioni liberali, in denaro o in natura, a ONLUS ed associazioni di promozione sociale, preventivamente individuate, nel limite del 10% del reddito e con un massimo di € 70.000;
  • le erogazioni liberali in denaro a favore di Università, enti di ricerca, enti parco, fondazioni e associazioni di ricerca scientifica;
  • i contributi a paesi in via di sviluppo, nel limite del 2% del reddito;
  • le spese per adozioni internazionali, nel limite del 50% di quanto sostenuto;
  • i contributi obbligatori versati per collaboratori domestici, nel limite di €. 1.549,37;
  • le spese mediche e di assistenza specifica per persone con disabilità (in caso di degenza presso un istituto, è deducibile la quota di spese, solitamente certificata dall’istituto stesso, relativa alle spese mediche e paramediche);
  • le somme restituite al soggetto erogatore in altri periodi di imposta, e perciò già tassate in anni precedenti;
  • la quota di conferimento in start up di società che abbiano optato per il regime di trasparenza (art. 116 del TUIR);
  • gli assegni periodici al coniuge e gli assegni familiari stabiliti dal giudice (rimangono esclusi gli assegni a favore dei figli).

Il mio consiglio? Trovatevi una buona e sicura società di previdenza complementare alla quale potrete versare il limite annuale sopra riportato.

Almeno oggi non pagherete le tasse su quella cifra, ma non credete di farla franca…all’atto del versamento della pensione integrativa da parte della Società che avete scelto lo Stato si farà presente e dovrete comunque cedere una parte dela Vostra pensione integrativa come Tasse…

Comunque è importatnte sottolineare che esistono ancora una infinità di Detrazioni e barra Deduzioni per le quali in futuro cercherò di dedicare uno spazio più ampio. Perché? Perché è l’unico modo per recuperare parte del proprio stipendio in maniera del tutto regolare evitando che il salasso delle tasse ogni volta debba condurci nella “depressione più totale”.

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730: cos’è e chi deve farlo

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Il modello 730, serve a tutti i dipendenti pubblici o privati che siano, per dichiarare allo Stato la somma dei redditi percepiti durante l’anno alla quale la dichiarazione fa riferimento, più tutti i possedimenti immobili e mobili (modifica introdotta dall’introduzione del 730 precompilato) che il soggetto possiede.

Esistono delle condizioni particolari per le quali è possibile eseguire la dichiarazione dei redditi in maniera tale da far accettare quella precompilata: uno di questi, ad esempio è il caso di  un single, dipendente senza nessuna proprietà aggiuntiva e con introiti derivanti solo dal lavoro dipendente. Se già hai un introito di natura diversa, seppur al di sotto dei 4800 euro (limite massimo oltre il quale risulta necessario aprire una partita IVA per l’elevato volume di fatturato) devi eseguire la dichiarazione dei redditi tramite il 730, meglio se fatta con il 730 precompilato. In questo caso però, non puoi portare in detrazione nemmeno le spese mediche superiori alla soglia minima. Per maggiore informazioni vai alla pagina Spese Mediche.

Per maggiore chiarezza più sotto riporto la tabella, così come presente sulla guida emessa dall’Agenzia delle Entrate, che riporta tutti i casi per i quali è possibile evitare di presentare la dichiarazione dei redditi.

Ma prima di affrontare tutta la trattazione relativa al 730 precompilato, volete sapere solo di IRPEF quanto versiamo, come dipendenti/pensionati nelle casse dello STATO?

La quota di IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), alla quale vanno aggiunti i tributi regionali, comunali, le trattenute INPS, ecc… rappresenta la parte consistente delle tasse che mensilmente versiamo allo Stato e che questo, si spera, ci ritorni in servizi.

Già la logica delle tasse è in senso aulico un ottima cosa; io verso parte del mio stipendio allo Stato e questo attraverso le sue Infrastrutture, Enti, Organi ed altro mi ritorna una serie di servizi di carattere essenziale come, Scuole, Sicurezza, Trasporti, Infrastrutture, ed ancora, Pubblici Esercizi, Sanità, Tutela ambientale, Tutela dei deboli, Pensioni, e tanto, ma tanto altro ancora. Tutte cose che in maniera autonoma né potremmo garantirci né tanto meno ne avremmo la possibilità/capacità.

Il problema, almeno in Italia, consta nel fatto che questi servizi a volte sono carenti ed altre volte, nei casi peggiori, inesistenti. Perché? Perché purtroppo non tutti paghiamo le tasse o almeno posso con fermezza affermare che quelli che sicuramente le versano, perché subiscono una ritenuta alla fonte, sono i dipendenti/pensionati; con ciò non sto dicendo che tutti i liberi professionisti, autonomi, commercianti, professionisti e imprenditori sono degli evasori, ma se le statistiche ISTAT riportano livelli di evasioni elevatissimi, la conclusione è che chi evade non è sicuramente chi le tasse le paga contestualmente al ricevimento della busta paga. Mi sbaglio?

Il secondo fattore è evidentemente la nostra casse politica dirigente che, indipendentemente dal colore politico, in Italia non riesce a far fluire l’ammontare enorme di soldi che le tasse generano, per far funzionare una Nazione regolarmente, forse per incapacità, per egemonia, per corruzione, per … metteteci quello che volete e chi volete, ma la sostanza è che le cose non funzionano.

Di seguito riporto la tabella che evidenzia le fasce di reddito e le rispettive aliquote IRPEF applicate. Attenzione, mi preme fare una precisazione perchè qualcuno ha delle idee poche chiare e ben confuse.

Le aliquote IRPEF seguono il concetto della progressività fiscale: chi percepisce un reddito ad esempio di 35600 euro lordi annui paga di IRPEF per:

      • i primi 15000 euro il 23%, e cioè 3450 euro;
      • da 15001 a 28000 euro il 27%, e cioè 3510 euro;
      • da 28001 a 35600 euro il 38%, e cioè 2888;

Ciò significa che il totale di IRPEF da pagare sarà di 9848.

Aliquota IRPEF : scaglioni e relative percentuali

Nella tabella sono chiaramente indicati gli scaglioni con le aliquote IRPEF di riferimento cosi ciascuno, con un semplice esercizietto può facilmente calcolarsi l’ammontare di IRPEF che deve versare.

Sicuramente questa somma non corrisponderà all’ammontare totale di tasse che ci troviamo sottratte in buata paga…ciò si spiega, come prima detto, nelle ulteriori tasse che lo Stato/Territorio ci impone come i contributi previdenziali, Comunali, Regionali e chi più ne ha più metta…

Comunque va sottolineato che a differenza di quanto qualcuno afferma, chi percepisce ad esempio un reddito superiore alle 28.000 euro annue non versa il 38% di IRPEF sull’intera cifra ma la cifra sarà calcolata in maniera progressiva in funzione degli scaglioni, come spiegato poco prima.

Condizione di esonero dalla presentazione della dichiarazione

Di seguito riporto, in forma tabellare, tutte le possibili combinazioni per le quali risulta possibile evitare di eseguire la compilazione dei redditi. Se rientri in una di queste combinazioni, così come riportato dall’Agenzia delle Entrate, sei dispensato dal presentare la dichiarazione dei redditi perché ufficialmente non hai tasse o tributi da dover pagare.

Attenzione però perché in questo caso non puoi pretendere di ottenere nessuna detrazione in quanto, seppur avessi diritto alle detrazioni, risulteresti incapiente, cioè il totale delle somme che ti spettano non ti possono essere rimborsate perché non hai tasse da pagare allo Stato . Risulti creditore nei confronti dello Stato che, per come è stato impostato il sistema delle tasse non ti deve assolutamente nulla. A meno di due casi che riporto sotto per chiarezza dove, seppur incapiente, ti vengono rimborsate una parte delle detrazioni che ti spettano.

Casi di esonero legati ai massimali di reddito percepito
Casi di esonero legati alla tipologia della fonte di reddito se esclusiva
Condizioni di esonero

I casi di esonero elencati nella tabella sono limitati e naturalmente impattano quella fetta di persone che hanno un reddito davvero esiguo o si ritrovano in situazione particolari come: disoccupati, inoccupati, inattivi, pensionati al minimo, lavoratori part-time, ecc…

In generale si può concludere che la dichiarazione dei redditi deve essere presentata da tutti i contribuenti che percepiscono uno stipendio/guadagno o possiedono una proprietà, indipendentemente dalla nazionalità, sesso, età anagrafica/contributiva, condizione sociale, tipologia di lavoro purché residenti in Italia.

Naturalmente solo per una mera questione di completezza elenco le varie modalità di presentazione della dichiarazione:

        • Tramite prefessionista abilitato o CAF;
        • Tramite Sostituto d’Imposta (datore di lavoro);
        • Presentazione diretta presso le sedi dell’Agenzia delle Entrate.
        •  Autocompilazione mediante 730 Precompilato presso il sito dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate.

Naturalmente il mio consiglio è quello di eseguirlo in maniera autonoma presentando il 730 precompilato sul sito dell’Agenzia delle Entrate o sito dell’INPS.

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730 precompilato: come accedere

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Le strade per poter accedere al 730 precompilato sono tante, alcune più complicate, altre molto più semplici; proverò a descriverle tutte per sommi capi ma poi vi indicherò la mia strada preferita.

Bisogna innanzitutto sapere che l’Agenzia delle Entrate, sulla sua piattaforma on line all’indirizzo www.agenziaentrate.it, consente di accedere alla visualizzazione e poi successivamente alla compilazione/accettazione del 730 precompilato dal 15 Aprile di ogni anno.

Le modalità vanno dalle più classiche, come quella di recarsi in una sede dell’Agenzia delle Entrate con documento di identità alla mano, se non possedete quel minimo di autonomia in ambito informatico, oppure mediante accesso online, soluzione più veloce per noi che quotidianamente navighiamo nel mondo virtuale. Di seguito riporto le più classiche delle modalità:

        • SPID che sta per Sistema Pubblico dell’Identità Digitale; questo metodo consente, una volta completato il processo di accreditamento dell’Identità Digitale (un po’ lunghetto), di accedere tramite il seguente link alla pagina del sito dell’Agenzia delle Entrate per l’immissione dei dati nella piattaforma. Questo codice consente di poter usufruire, mediante questa unica identità digitale, di tutti i servizi della Pubblica Amministrazione su tutti i siti.
        • Fisconline, dopo aver ricevuto dall’Agenzia delle Entrate a fronte di una richiesta formale le credenziali di accesso mediante il collegamento a questo link dopo aver completato la procedura di registrazione; per accedere, in questa pagina, bisogna inserire Codice Fiscale, codice PIN, e password e poi cliccare su ACCEDI.
        • Utenza INPS; dalla pagina riservata alla dichiarazione delle entrate del sito INPS, basta inserire codice fiscale e PIN DISPOSITIVO (anche questo va richiesto) e cliccare sul pulsante “ACCEDI”. Una volta entrati, il sito rinvia automaticamente al sito dell’Agenzia delle Entrate senza dover eseguire nessuna registrazione. Personalmente preferisco questo metodo in quanto veloce, con meno codici e soprattutto perché utilizzo autonomamente il sito dell’INPS da tempo per impostare altre pratiche (questo sito, tra l’altro, ha un interfaccia estremamente friendly).
        • Esistono altre due modalità di accesso, “Tutore o Genitore” ed “Erede” così particolari e relativamente rare che vi rimando un link dove si spiega cosa sono ed a chi servono.

Come richiedere il PIN Dispositivo all’INPS

Innanzitutto bisogna sapere che il sito dell’INPS (per chi non lo sapesse è l’acronimo di ISTITUTO NAZIONALE PREVIDENZA SOCIALE) consente di inoltrare una serie di richieste di prestazioni, inoltrare domande per chiarimenti, verificare il nostro fascicolo previdenziale, controllare l’estratto conto contributivo, ma anche visualizzare i certificati medici  emessi a nostro carico e molto altro ancora; il tutto naturalmente è possibile solo se possedete il PIN DISPOSITIVO.

Si può venire in possesso del pin dispositivo solo dopo aver richiesto all’INPS il PIN ordinario che rappresenta il primo passo per potersi registrare sul sito INPS. già la procedura è un po macchinosa ma una volta che si è in possesso del PIN DISPOSITIVO vi si apre un mondo di possibilità.

Per venire in possesso del PIN ordinario si può procedere mediante tre strade diverse:

        1. Domanda presso uno sportello di una sede INPS;
        2. Tramite contact center al Numero 803164;
        3.  Mediante sito INPS;

Nel primo caso, se avete tempo potete recarvi presso una sede INPS e dopo una estenuante fila che può durare anche ore potete direttamente chiedere il vostro pin dispositivo (andateci muniti dei vostri documenti di riconoscimento). Il vantaggio che ne deriva è legato all’immediata attivazione del codice che vi verrà fornito ed al fatto che questo codice risulta essere già PIN DISPOSITIVO, ovvero non dovete processare la richiesta per il passaggio da PIN Ordinario verso PIN Dispositivo. Il tempo impiegato per la fila verrà ricompensato dalla possibilità di presentare immediatamente sul sito INPS le vostre domande.
La seconda opzione è contattare il servizio di call center dell’INPS. Per chi chiama da linea fissa il numero è 803 164, ed è gratuito. Il numero per le chiamate da cellulare è 06 164 164, ma questo risulta a pagamento: il costo della chiamata dipende dal piano tariffario del proprio operatore. In questo caso il PIN che arriverà a casa è ordinario, se in futuro si volesse convertirlo in dispositivo andrà eseguita apposita procedura.

ll terzo e ultimo modo per ottenere il PIN INPS è tramite il sito dell’ente, al percorso Prestazioni e servizi – Richiesta PIN online. Va compilato un form con i dati anagrafici, la residenza, un indirizzo mail e un numero di cellulare. Conclusa la procedura, la prima parte del codice, di otto cifre, arriva via mail o sms, la seconda, composta di altre otto cifre, viene inviata via posta a casa. Importante indicare un numero di telefono, specialmente se l’indirizzo a cui si vuole ricevere la seconda parte del codice non è la residenza che risulta all’ente: infatti in questo caso prima dell’invio il contact center farà una chiamata di verifica. Anche con la richiesta online il PIN che si ottiene è ordinario. Il codice PIN ottenuto con la procedura online è provvisorio: al primo accesso il sistema ne genera uno nuovo da otto cifre.
Il PIN INPS ha validità sei mesi : una volta scaduto, accedendo alla propria area riservata si ottiene un nuovo codice seguendo la procedura guidata.

Convertire PIN Ordinario in PIN Dispositivo

Adesso vi illustro le modalità per convertire il PIN ordinario in PIN dispositivo. Come prima i passaggi sono identici, primo fra tutti quello mediante lo sportello INPS; questo, come prima accennato avverrà contestualmente alla richiesta del PIN Ordinario (se già non ne eravate in possesso) e con la semplice presentazione dei vostri documenti di Indentità all’incaricato della sede.

Viene meno in questo caso la procedura tramite call center che risulterebbe laborioso e comunque complicata per l’invio dei documenti.

Come al solito è presente la possibilità di richiesta on line. Dopo aver inserito la propria utenza nel Sito INPS ed essere entrati nella schermata MyINPS bisogna passare dalla sezione Prestazioni e Servizi ed accedere alla schermata Richiesta PIN Dispositivo. In questo caso il sistema ti guida all’inserimento delle informazioni necessarie e ti indica il modulo da scaricare, compilare con le informazioni richieste, scansionare ed inviare, allegando un documento di indentità tramite una procedura di caricamento online. Il tutto è molto semplice e non richiede di essere dei geni dell’informatica. Come al solito è la procedura che preferisco, in quanto veloce, di facile accessibilità, ma soprattutto svincolata dalla voglia di lavorare che ha il dipendente INPS quando ti deve assistere per il disbrigo di una pratica.

Finalmente siete in possesso del miracoloso codice…adesso basta accedere al sito dell’INPS dalla sezione Richieste e Servizi nella pagina Autenticazione. Qui dopo aver inserito il vostro codice fiscale e il PIN Dispositivo sarete in grado di accedere alla vostra sezione del sito INPS non solo in modalità visualizzazione ma potendo presentare le vostre pratiche alla stessa stregua del vostro CAf di riferimento. E finalmente farete tutto in maniera autonoma e da casa senza doversi recare in nessun ufficio a fare file e facendosi compilare delle domande che questi molte volte sbagliano…ed a me è capitato tantissime volte.

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730: Detrazioni Spese Mediche e Sanitarie: quali sono, i limiti e come usufruirne

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Finalmente uno degli capitoli più onerosi che toglieva il sonno ai commercialisti e a quei pochi avventurosi che si sono cimentati personalmente nel passato con la dichiarazione dei redditi.

Quant’è la detrazione, quali sono i limiti e come si calcolano?

Innanzitutto mi preme fare un chiarimento.

A quanto ammonta la detrazione che si va a sottrarre all’imposta da pagare?

E’ il 19% dell’intera somma corrisposta con una franchigia di 129.11 euro. Cosa significa?

Mi spiego meglio: su tutto ciò che durante l’anno avete speso nell’ambito medico (medicinali, visite mediche, analisi, prestazioni sanitarie, ecc…) potete recuperare il 19% a meno delle prime 129.11 euro che non sono detraibili. Per rendere più chiaro il concetto Vi faccio un esempio.

La somma delle mie spese sostenute durante l’anno è stata di 560 euro (nel calcolo vengono conteggiate le spese/prestazioni registrate a fronte del mio codice fiscale e di quelle di tutti i miei familiari sia a carico che non).

Avrò diritto alla detrazione di:

560 (spese registrate) -129.11 (franchigia) *0.19 (percentuale detraibile) = 81.87 euro (Detrazione sulle tasse, ovvero decurtazione dal monte totale di tasse da pagare di questa cifra che nella maggior parte dei casi si tramuta in rimborso con il conguaglio di Luglio che avviene alla dichiarazione dei redditi).

Se le spese sostenute non superano le 129.11, non si ha diritto alla detrazione.

Tipologie di prestazioni/spese detraibili: 

A titolo di esempio si riporta un estratto delle tipologie di prestazioni che si possono portare in detrazione:

        • Acquisto di medicinali da banco e/o con ricetta oltre a quelli forniti dal SSN ( in questo caso si porta in detrazione la parte di ticket versata); sono detraibili anche quelli omeopatici;
        • Spese relative all’acquisto/affitto di dispositivi medici, riconosciuti come tali sulle confezioni di questi dalla dicitura “Dispositivo Medico” e dalla marchiatura CE; a titolo di esempio, rientrano gli apparecchi come aerosol, i misuratori di pressione, ma anche Materassi per letti, calzature per piedi problematici,alcuni alimenti per soggetti allergici, e tanto altro ancora;
        • Prestazioni specialistiche, indagini radioscopiche, analisi, ecc…
        • Visite odontoiatriche ed acquisto di protesi dentarie;
        • Importi per i ticket pagati per prestazioni eseguite in strutture del SSN e/o convenzionate con esso.
        • Prestazioni chirurgiche, spese relative al trapianto di organi, e ricoveri ad essi collegati derivanti dalle due prestazioni citate; Attenzione: nel caso di ricovero di un anziano presso una residenza non in dipendenza di un intervento chirurgico non potrà essere portata in detrazione la retta relativa alla degenza ma solo le spese mediche che la struttura nella quale l’anziano soggiorna dovrà indicare in maniera separata nella documentazione rilasciata.
        • Assistenza infermieristica/riabilitativa in supporto ad un processo di riabilitazione post trauma (ad esempio fisioterapia, laserterapia, kinesiterapia, ecc…);
        • ecc…

Cosa devo fare e dove inserire i dati?

Il vantaggio che ne può derivare dalla compilazione del 730 precompilato deriva dal fatto che l’ammontare di tutte le spese mediche sostenute nell’anno precedente è già precaricato all’interno del quadro E, in particolare in corrispondenza delle caselle E1, E2; queste riportano il totale di tutti gli acquisti eseguiti mediante la presentazione della nostra tessera sanitaria in farmacia per tutti gli articoli ricadenti nell’ambito dei medicinali ma non di quelli classificati come “non medicinali”; occhio però ad andare in farmacia sempre con il codice fiscale o a recarVi presso la Vostra farmacia di fiducia; questi conoscendoVi potranno emettere scontrino fiscale inserendo il Vostro codice fiscale e quindi garantendoVi così la possibilità di portare in detrazione le spese eseguite.

Come si verifica sullo scontrino e cosa è detraibile?

Oramai tutte le farmacie, quando emettono lo scontrino, eseguono automaticamente la suddivisione delle spese che è possibile portare in detrazione da quelle che non lo sono.

Infatti quando controllate lo scontrino, accanto all’acquisto troverete la dicitura “detraibile”; in questo caso il medicinale per motivi legati alla tutela della privacy del cliente non troviamo elencato il medicinale con il nome commerciale (ad es. CardioAspirina) ma questo risulta sostituito da un codice, riconosciuto univocamente a livello nazionale dagli addetti al settore, affinché, chiunque venga in possesso dello scontrino (CAF, commercialista o qualsiasi persona a noi vicina) non abbia la possibilità di risalire alla tipologia di medicinale, se non dopo una ricerca dedicata.

Ciò, come detto,  mira a tutelare la privacy del paziente.

Viceversa, per tutti gli acquisti eseguiti in farmacia/sanitaria su prodotti non detraibili sullo scontrino troverete la dicitura “Non detraibile” ed in questo caso, il nome del prodotto che avete acquistato (ad esempio prodotti detergenti, creme, prodotti per l’igiene, vitamine e tanto altro ancora).

Fate attenzione a specificare al farmacista che volete portare in detrazione quanto possibile: vi faccio un esempio: si può portare in detrazione l’acquisto della soluzione fisiologica (la più comune flebo); ha un costo irrisorio ma se ne fa un uso continuo portarla in detrazione comporta un pò di risparmio.

Le due caselle da compilare sono (con il 730 precompilato sono già compilate ed al massimo vanno solo verificate):

      • Rigo E1 colonna 2 (Spese sanitarie): in questo casella va inserto l’importo delle spese sanitarie sostenute nell’interesse proprio e di tutti i soggetto fiscalmente a carico.
      • Rigo E1 colonna 1 (Spese per patologie esenti): In questo campo vanno inserite tutte le spese relative a patologie esenti dalla spesa da parte del SSN cioè quelle spese per le quali è stata riconosciuta l’esenzione del ticket per delle particolari prestazioni sanitarie.
      • Rigo E2: in questo campo vanno inserite le spese per familiari non a carico affetti da patologie esenti che non hanno potuto usufruire della detrazione a causa dell’incapienza nell’imposta lorda dovuta dal soggetto interessato. L’ammontare massimo di questa spesa non può superare i 6197.48 euro e si calcola, come precedentemente detto solo sulla parte eccedente i 129.11 euro.

Analoga cosa avviene per tutte le prestazioni mediche (visite, controlli, analisi,ecc…) eseguite o in strutture del SSN o nelle strutture convenzionate con questo, per le quali la prestazione avviene a fronte della prescrizione medica del medico di base/specialista che sulla ricetta indica il codice fiscale del paziente che usufruirà della prestazione.

Visite da medici specialistici

Cosa diversa purtroppo, avviene nel caso di visite mediche private presso medici specialistici. Se il medico è “all’avanguardia” può emettere la fattura digitale e quindi il suo onorario verrà automaticamente caricato all’interno della dichiarazione dei redditi e potrà essere detratto. Purtroppo ciò non sempre avviene (la legge non impone l’emissione della fattura ma anche solo della ricevuta; bisogna sottolineare che i medici dovrebbero possedere un loro sistema di fatturazione che se usato correttamente inserirebbe automaticamente l’onorario fatturato all’interno del precompilato); in tali casi bisogna aggiungere alla somma già precaricata la somma di tutte le fatture emesse dai medici per il loro onorario a fonte delle prestazioni eseguite.

Ma vi auguro che queste siano il meno possibile, anche perché significa che state bene ed in salute e non avete dunque bisogno di medici/odontoiatri.

Cosa va conservato

Cosa importante è sottolineare che se accettate il modello 730 precompilato così come proposto dall’Agenzia delle Entrate, dopo aver eseguito le opportune verifiche di coerenza, non dovete conservare nulla.

L’Agenzia, prima di caricare i dati, ha informaticamente eseguito tutte le analisi del caso e quindi Voi non dovete giustificare nulla, anzi accanto a queste spese, esplodendo una freccia posta sul lato delle caselle, potrete verificare, voce per voce, tutti i dati relativi alle singole spese effettuate; qui vi è riportata sia la data che dove è stata eseguita la spesa.

Viceversa, non utilizzando il precompilato vi ritrovate a dover modificare la somma delle spese in qualsiasi dei quadranti sopra descritti e sarete costretti, per almeno 5 anni (limite max entro il quale può avvenire per legge il controllo/verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate), a conservare tutti gli scontrini fiscali, fatture parlanti, all’interno della quali oltre all’indicazione di tutti i Vostri dati è riportata la natura della prestazione eseguita, chi la eseguita, quando e dove; stessa cosa dicasi per l’acquisto per quanto concerne le medicine e gli alimenti; le fatture dei medici, le fatture/certificazioni rilasciate dalle ASL, i certificati medici che attestano il collegamento tra le patologie e le spese esenti eseguite in riferimento alla patologie e tantissime altre scartoffie che evito di elencare per non annoiarVi.

Che ne dite è un enorme vantaggio il 730 precompilato? E vi assicuro che all’interno vi è tutto, ma proprio tutto, anche ciò di cui molte volte possiamo dimenticarci o che potremmo perdere di vista (vedi scontrini, ecc…).

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