La promozione dell’attività sportiva non agonistica dovrebbe rappresentare uno dei capi saldi di uno Stato per i molteplici vantaggi intrinseci che questa pratica, se costantemente esercitata, genera in maniera sia diretta che indiretta.
Un impegno constante in un qualsiasi sport porta ad ottenere vantaggi psico-sociali sul fruitore. Consente di frequentare gente diversa (questo potrebbe non essere piacevole per tutti) e quindi interagire e fare conoscenze nuove, liberarsi dallo stress al quale la giungla cittadina quotidianamente ci sottopone, distrarsi dalle principali preoccupazioni alle quali siamo costretti, volenti o nolenti ad affrontare, sia per questioni lavorative che personali. Tutto ciò determina degli innegabili vantaggi psichici avvalorati da studi scientifici.
A questo bisogna aggiungere che, la pratica di un attività sportiva, determina benefici fisici diretti. Siamo più in forma, ma soprattutto diventiamo più refrattari ad ammalarci e soffriremmo molto meno per disturbi fisici, in molti casi determinati proprio dallo scarso esercizio dovuto al classico lavoro “da scrivania”.
Va da sé che tutti questi vantaggi e la pratica assidua di uno sport, per tutte le fasce di età, deve essere intrinsecamente legata al piacere di praticare l’attività, anche perché lo sport è sacrificio; quindi scegliete lo sport che vi piace maggiormente non per i risultati che vi aspettate di ottenere in termini di prestazioni o aspetto fisico, ma seguendo le vostre inclinazioni e gusti personali.
Quindi, e questa è una mia considerazione, lo Stato dovrebbe investire maggiori fondi nella promozione della attività fisica non agonistica dei suoi cittadini; ciò genererebbe persone più felici, motivate ma soprattutto più sane con indiretti vantaggi legati al risparmio nell’ambito della Sanità Pubblica (pensate ad un pensionato che pratica attività sportiva, sicuramente sarà più in forma di uno che trascorre le sue giornate dinanzi alla tv). L’optimum sarebbe quello di rendere gratuita la pratica sportiva per tutti i ceti sociali e per tutte le fasce di età (tanto i ricchi continueranno a frequentare i loro circoli privati), e questa non è una chimera; altri stati europei (Francia e Germania per fare un esempio) garantiscono la possibilità di praticare dello sport gratuitamente ai propri ragazzi; per giunta è stato ampliato l’orario scolastico proprio per aumentare il numero di ore di sport di base.
Che ne dite, ci guadagnerebbe lo Stato? Noi come contraltare, in Italia, per praticare un attività sportiva siamo obbligati, giustamente, a farci emettere un certificato di sana e robusta costituzione dal nostro medico di base (retribuito molto bene con le tasse che versiamo); ma lo dobbiamo pagare!!!
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Detrazione attività sportiva: chi può usufruirne?
Della detrazione per attività fisica non agonistica possono usufruire i contribuenti per tutti i familiari a carico con età compresa fra i 5 ed i 18 anni. Questa limitazione fa impropriamente affermare, ai molti, che questa detrazione è valida solo per i figli a carico, in quanto questa categoria rientra naturalmente in questa fascia di età; ciò non è vero perché la legge prevede che si possono portare in detrazione le spese eseguite per tutti i familiari a carico che siano all’interno della fascia di età stabilita, indipendentemente dalla tipologia di rapporto che li lega con il contribuente dichiarante (fratello, sorella, nipote, ecc…).
Un altro requisito essenziale, oltre all’appartenenza alla fascia di età di cui sopra e che la persona inserita all’interno del nucleo familiare del dichiarante risulti a carico del contribuente, ovvero che i suoi introiti annui siano inferiori ai 4.000 euro, al lordo degli oneri deducibili (nuova soglia stabilita dal governo a partire dal 2019 per familiari fino ai 24 anni, mentre resta invariata per i soggetti di età superiore stabilita in 2.861 euro).
Come prima detto, l’anomalia risiede nell’impossibilità di portare in detrazione le spese sportive per tutte le persone appartenenti al nucleo familiare ma di età superiore ai 18 anni. A tal proposito vorrei sottoporre una domanda sia al Ministro dello Sport che a quello della Salute:
ma avete letto qualche studio scientifico che dimostri che lo sport praticato dopo i 18 anni fa male alla salute?
Limiti di applicazione e percentuale detraibile.
Come per tutte le tipologie di detrazione anche quella per la pratica di attività sportiva beneficia di una detrazione pari al 19% per una spesa massima di 210 euro anni per ciascun componente del nucleo familiare che rientra nella fascia di età sopra riportata. Un po’ pochini se si considera che l’attività meno onerosa comporta, solo per i costi relativi alla frequenza, una spesa di 30 euro mensili che per 11 mesi implica una spesa complessiva di 330 euro all’anno. Ed in tutto ciò no si prende in considerazione la necessità legata all’acquisto di tutto il kit legato alla pratica dello sport scelto (abbigliamento, attrezzature, ecc…). Alcuni tipi di sport sono solo a beneficio di una classe sociale medio alta (vedi ippica, vela, sci, ecc…).
A questo aggiungo non senza vena polemica: perché non è possibile portare in detrazione le spese relative alla frequenza di corsi artistici? Musica, pittura, recitazione, teatro, ecc…
Non credete che farebbero accrescere la conoscenza culturale dei singoli sviluppando ed ampliando la nascita di nuovi talenti?
Istruzioni sull’inserimento all’interno della Dichiarazione
A questo punto possiamo riassume che:
Requisiti:
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- Essere appartenenti al nucleo familiare;
- Risultare a carico del dichiarante;
- Avere un età compresa fra i 5 ed i 18 anni;
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Limitazioni
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- Percentuale detraibile 19%;
- Tetto massimo detraibile indipendentemente dalla spesa consuntivata: 210 euro annue per componente;
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Quindi il recupero possibile, detratto dal totale delle tasse da versare, che verrà rimborsato a Luglio per i dipendenti ed a Settembre per i pensionati, è di 40 euro.
La spesa sostenuta va inserita con il codice 16 nelle caselle da E8 a E10.
Attenzione però, dato che purtroppo le associazioni e/o società sportive che frequentiamo non sono obbligate ad emettere fattura elettronica, questa spesa la dovrete inserire manualmente nella dichiarazione dei redditi all’interno del 730 precompilato. Ciò comporta la necessità di conservare le ricevute/fattura almeno per 5 anni perché l’Agenzia delle Entrate, se dovesse decidere di verificare la vostra precompilata, vi chiederebbe di esibire le ricevute che attestano queste cifre.