Detrazioni Spese abbonamento per il trasporto pubblico: cosa sono e come usufruirne

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Con la Legge di Bilancio, valida a partire da Gennaio 2018, lo Stato ho introdotto una nuova detrazione che intende dare sostegno a tutti quei contribuenti che per spostarsi usano i mezzi di trasporto pubblico sia per recarsi a lavoro che per studio.

Detrazione Spese Trasporto Pubblico 2020: cosa cambia

La misura è stata costruita con l’intento principale di incentivare l’uso dei mezzi di trasporto pubblico con il fine di limitare l’uso della auto/moto personale; ciò comporta benefici indiretti in termini di emissioni di gas serra in virtù della riduzione del numero di auto in circolazione; questo aspetto può addirittura determinare un abbassamento del rischio di incorrere in un incidente stradale e dunque lo Stato potrebbe consuntivare un risparmio in termini di assistenza sanitaria.

In una società con una crescente attenzione alle dinamiche sociali ed ambientali questo contributo non può che risultare una manna dal cielo, soprattutto per quei cittadini che già da anni fanno uso di mezzi di trasporto pubblico. Sarebbe utile far convertire chi non è solito usare mezzi di trasporto pubblico verso questa scelta che, oltre a contribuire alla salvaguardia ambientale (alzi la mano chi pensa che con i nostri comportamenti non stiamo contribuendo alla modifica delle condizioni climatiche ed ambientali) ha dei vantaggi diretti nel garantirci un bel risparmio economico (non valutate solo il costo diretto del carburante ma dovreste mettere in conto tutta la manutenzione che siete costretti ad eseguire al vostro mezzo di trasporto direttamente legata alla percorrenza stradale); ciò, per chi deve raggiungere un luogo ben collegato non può che generare vantaggi con l’unico neo legato probabilmente al maggior tempo di percorrenza nel caso dell’uso dei mezzi di trasporto pubblico (non è sempre così se prendiamo in considerazione sia il traffico, sempre presente nelle grandi città, che lo stress derivante dalla necessità di trovare un  parcheggio, presso il luogo di destinazione che sotto casa…)

Ma chi può beneficiarne?

Requisiti per usufruire delle detrazioni delle spese per il trasporto pubblico

Possono beneficiare tutti i contribuenti che eseguono la dichiarazione dei redditi sia per tutte le spese legate agli abbonamenti, sia personali che se sostenute per qualsiasi dei componenti a carico all’interno del nucleo familiare.

L’aspetto che preclude la possibilità di portare in detrazione questo tipo di spesa è legato alla tipologie della stessa, ovvero, deve trattarsi di abbonamento che sia settimanale/mensile/annuale, legato a qualsiasi tipo di trasporto, comunale/regionale/interregionale/nazionale, con qualsiasi mezzo come treno, autobus, metropolitana, circolare, ecc…

Dunque non è possibile ottenere il rimborso per viaggi giornalieri né tanto meno per biglietti orari con validità fino a 72 ore. Mi preme sottolineare che non risultano detraibili le carte integrate quali quelle che, oltre al trasporto pubblico, includono servizi aggiuntivi come l’ingresso ai servizi di interesse generale, come musei, spettacoli ecc…

Infatti, nella definizione di abbonamento, così come specificato dalla circolare 13/E dell’Agenzia delle Entrate, si intende un titolo di trasporto che consente di effettuare un numero illimitato di viaggi, per più giorni, su un determinato percorso o sull’intera rete, in un periodo di tempo specificato.

Lo “sconto” in questione verrà applicato, solo se chiesto dal contribuente, e va indicato nella dichiarazione dei redditi; infatti si può beneficiarne come detrazione sull’IRPEF, dunque sulle imposte dovute ed in questo modo ci verrà rimborsato nel mese di Luglio / Settembre quando il vostro Sostituto d’imposta esegue la liquidazione a fronte della dichiarazione presentata.

Detrazioni Spese Trasporto Pubblico 2020, cosa cambia?

La manovra 2020 non ha cambiato nulla nell’impianto della detrazione se non l’obbligo, come per tutte le altre detrazioni nell’ambito della sgravi al 19%, di eseguire i pagamenti con mezzi che possano garantire la tracciabilità dello stesso e dunque, ad esempio, Bancomat, Carte di Credito, Assegni bancari, Bonifici ecc…

Il pagamento deve essere eseguito dal titolare che utilizza il servizio e che usufruisce della detrazione oppure dal contribuente al quale risultate a carico. Non potrà essere eseguito tramite carte intestate a persone terze perché deve esserci un collegamento diretto tra chi beneficia del diritto alla detrazione e chi fruisce del servizio. Se invece siete a carico di qualcuno che esegue la dichiarazione dei redditi, il pagamento dovrà essere eseguito a nome del dichiarante al quale risultate in carico.

Insomma è un pò ingarbugliata la situazione ma sicuramente garantisce l’univocità nei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Trasporto pubblico quanto si può detrarre?

Come per tutte le detrazioni lo Stato non fa miracoli; la percentuale che risulta possibile portare in detrazione è il 19% della spesa sostenuta con un tetto massimo pari a 250 euro annui. Purtroppo questo tetto massimo include sia il contribuente che tutti i membri del nucleo familiare, quindi l’agevolazione, seppur rappresenta una novità, sembra piuttosto timida e necessità di una maggiore iniezione di fondi per agevolare principalmente i cittadini che già fanno uso dei mezzi di trasporto pubblico oltre che provare a coinvolgere chi usa il proprio mezzo a mutare i propri modi di fare verso questa benefica pratica che, se pur qualcuno pensa non valida alla salvaguardia ambientale, può comunque rappresentare una valida alternativa al trasporto privato lasciandoci qualche soldo in tasca.

Effettivamente facendo un calcolo veloce, la detrazione che a fine anno fiscale ci ritorna in tasca è davvero limitata, ci consente di mangiare una pizza al ristorante, nemmeno troppo lauta:

250 * 0.19 = 47,50 euro

Meglio di niente, non credete?

Dal mio punto di vista, se si vuole investire realmente nel trasporto pubblico lo Stato deve incentivare il contribuente, magari garantendogli la possibilità di portare in deduzione il 100 % della spesa per gli abbonamenti oltre ad aver innalzato il tetto massimo. Questo può condurre al vero cambiamento.

Dove inserisco le detrazioni per le spese relative al trasporto pubblico?

Come per tutte le spese che si possono portare in detrazione anche queste sono identificate da un codice, il 40, e vanno inserite all’interno delle caselle da E8 ad E10 del quadro E della dichiarazione dei redditi precompilata.

Purtroppo queste devono essere inserite manualmente perché non ci viene emessa fattura contestualmente al pagamento; a tal proposito sottolineo la necessità di conservare, per almeno 5 anni, l’attestazione cartacea dell’abbonamento che avete sottoscritto nel caso si dovesse palesare un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Aggiungo che non risulta possibile portare in detrazione le Spese per l’abbonamento rimborsate dal datore di lavoro anche se in sostituzione di retribuzioni premiali sullo stipendio; infatti lo Stato agevola i datori di lavoro garantendogli la possibilità di portare in deduzione, dal loro monte reddito, la cifra che questi rimborsano ai propri dipendenti a fronte dell’acquisto di abbonamenti.

Riassumendo le condizione che portano alla detrazione sono:

  • Contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi;
  • Tetto massimo possibile da portare in detrazione pari a 250 euro;
  • Percentuale detraibile pari al 19% del tetto massimo ammissibile;
  • Possibilità di portare in detrazione gli abbonamenti di tutti le persone a carico appartenenti al nucleo familiare;
  • Obbligo alla conservazione delle attestazioni di abbonamento per almeno 5 anni.

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